di Luca Guazzoni

Madrid (Spagna), 12 marzo 2014 - Mario Balotelli, il cobra. Diego Costa, la mangusta. Il confronto tra gli attaccanti di Milan e Atletico Madrid è impietoso. Entrambi hanno il veleno, ma sono uno dei due lo riesce ad iniettare nell’avversario: e, proprio come all’andata, è il brasiliano di nascita - ma spagnolo di passaporto - ad avere la meglio nel duello tra carnivori d’area. Gol in apertura e nel finale, poi l’assist della staffa, delizia al volo di petto per palati raffinati. Tanto per non farsi mancare nulla. Per dare un altro trillo sonante a chi ancora non lo considera un centravanti èlite. Per sottolineare di essere un giocatore davvero completo.

Quello che non è Mario Balotelli. E che, il dubbio resta, forse non diventerà mai. La parola «maturità» - straabusata quando si parla di un giocatore spesso al centro delle cronache di ogni colore - con il numero 45 prende tutto un altro significato. Non tanto per le “balotellate” fuori dal campo, ma per quell’atteggiamento che tiene proprio sul rettangolo verde, quando invece - per stipendio e qualità individuali - dovrebbe ergersi a protagonista. Al Vicente Calderon è serata di magra. L’ennesima in Europa - non ha mai segnato dopo la fase a gironi, non può essere un caso statistico -. Tocca pochi palloni - anche per colpa sua, per il suo modo statico di giocare - e molti li perde banalmente con controlli imprecisi: l’unica occasione gli capita al 24’ ma - stop di braccio a parte - spara direttamente in curva. Per il resto abbatte il rivale Diego Costa, evirandolo, calcia un’altra punizione tra i raccattapalle e si annulla pian piano a suon di battibecchi con l’arbitro - becca un giallo al 43’, sarà squalificato nel prossimo impegno europeo -.

Una partita che, molto probabilmente, non sarà disputata con la maglia rossonera. La mancata qualificazione alla prossima Champions League costerà al ragioniere del Milan circa 60 milioni di euro (45 per i diritti tv e premi Uefa, 15 dal botteghino). E il sacrificio di Balotelli - unito al taglio del 20% degli stipendi varato da Galliani - pare l’unico modo per sistemare il bilancio rossonero, ormai schiavo del «pareggio» dettato dalla famiglia Berlusconi, in ottica 2015, quando mancheranno questi introiti che pesano per il 19% del fatturato. Proprio l’ad, preso atto della necessità economica dell’operazione, spera quindi di scatenare un’asta internazionale (base 30 milioni) per monetizzare il più possibile la cessione dell’unico vero valore immobile del club: Supermario piace a Wenger, piace molto a Mourinho - battibecchi all’Inter a parte - e a lui non dispiacerebbe ritornare in Premier League. Insomma, il futuro di Balotelli è scritto: lontano dal Milan. È solo questione di tempo.