Milano, 21 marzo 2020Il Milan è ormai il passato, Suso al Siviglia è felice. E, dalle colonne di AS, racconta la sua nuova avventura in terra iberica lanciando, però, qualche frecciatina nemmeno troppo velata alla sua ex squadra: “Il coronavirus? Lo vivo insieme alla famiglia, non usciamo da casa - ha detto l’ex numero otto rossonero - ho un piccolo giardino e giochiamo lì con il bambino. E dobbiamo allenarci, ovviamente, anche se correre sul tapis roulant è un po’ monotono. Ma quando accadono queste cose, il calcio passa in secondo piano”.
E la situazione lo colpisce quasi due volte, dopo tanti anni in Italia: “Nessuno immaginava che avrebbe avuto un tale impatto. Ma in Spagna c'è un'ottima salute. A Milano non hanno posto nemmeno per i malati, questo è fondamentale. La famiglia di Musacchio, ad esempio, è partita per la Spagna una settimana prima ed è solo in Italia”.
Poi la frecciata nei confronti del suo ex club: "Ci sono stati tre presidenti, diversi allenatori, dozzine di giocatori… E’ difficile iniziare qualcosa di solido. Ogni anno c'è sempre qualcosa di diverso”. La conclusione è sul suo Siviglia: ”Spero di poter giocare in Champions, sarebbe bello. E di vincere qualcosa, ovviamente. Vorrei rimanere qui, spero proprio che accada. Il gap con le grandi si può accorciare grazie al lavoro, all'intensità e alla passione. Monchi ha fatto molto bene fin dal suo arrivo" ha spiegato lo spagnolo.
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