Milano, 16 giugno 2013 - Se c'è passione, l'età non conta. Ne è dimostrazione vivente Mario Riboni, un secolo di vita vissuta alle spalle, ma con la grinta di un "giovinot" (come direbbe lui milanese doc nato in via porpora il 13 giugno del 1913) che questa mattina ha festeggiato nel miglior modo possibile il traguardo dei cento anni: partecipando ad una gara ufficiale FIDAL, i campionati italiani societari master. Nessuno prima di lui aveva tagliato questo traguardo, la FIDAL ha dovuto fare una deroga al regolamento introducendo la categoria M100 (riservata a chi ha compiuto almeno 100 anni) fino ad ora inesistente.

Riboni questa mattina è arrivato ai Giurati, campo dove per decenni si è allenato nel lancio ottenendo trenta titoli italiani e sei mondiali, in sedia a rotelle accompagnato da amici e parenti. Sguardo sereno, parlantina sciolta di chi ha molto da raccontare e insegnare. Poi è arrivato il momento di salire in pedana e battere l'ennesimo record. Due lanci con un peso di 3 kg, qualche incertezza nel movimento, ma la voglia di far bene era tale che Riboni ha tentato di strafare ed è anche scivolato. "Eh a questa età manca l'equilibrio" ha dichiarato rialzadosi come se nulla fosse successo. Con il secondo tentativo è arrivata la misura di 5 metri e 50, impensabile per un atleta di quell'età. Ma SuperMario, come lo chiamano gli amici, non era del tutto soddisfatto: "È tanto che non mi alleno, dovevano farmi provare qualche lancio prima. Non ho accompagnato bene il peso con il movimento del corpo" pignolo come solo un campione può essere.

La Regione Lombardia gli ha conferito il riconoscimento della Rosa Camuna, la FIDAL ha abbracciato il suo eccezionale atleta. Una festa grande che forse Riboni avrà voglia di ripetere anche l'anno prossimo: "Eh signorina, questa cosa la deve chiedere "a la mi fiuleta". Non c'è dubbio è la dimostrazione che lo sport aiuta a mantenere giovani, nel fisico e nella mente.