Milano, 29 dicembre 2013 - Nel dicembre 1988, un suo colpo di testa decise il derby e lanciò l’Inter verso lo scudetto dei record. 25 anni dopo, Aldo Serena ha visto dal vivo la stracittadina che ha rilanciato i nerazzurri.

Il tacco di Palacio può essere un trampolino di lancio?
«Dal punto di vista psicologico sì, vincere un derby in quel modo porta grande entusiasmo. Bisogna però tenere presente come è andata: l’Inter non ha dominato il Milan nel gioco, solo gli ultimi quindici minuti sono stati di buon livello, quando i rossoneri avevano esaurito le energie».
 

Che voto darebbe alla prima parte di stagione dell’Inter?
«Un 6 e mezzo. All’inizio mi ha stupito positivamente perché in poco tempo aveva mostrato un’identità, collezionando una serie di buoni risultati. Ma nell’ultimo mese e mezzo c’è stato un passo indietro e si è perso equilibrio. Ho visto un’Inter lunga, pericolosa quando attacca ma troppo sbilanciata, in difficoltà anche a difesa schierata; strano per Mazzarri, le cui squadre sono compatte».
 

Nel derby la vittoria è arrivata dopo l’uscita di Zanetti e Cambiasso: solo un caso?
«I problemi sono legati anche all’assortimento del centrocampo. Con Zanetti, Cambiasso e Taider in campo insieme, ci si difende meglio ma c’è maggiore difficoltà a creare gioco».
 

Riguardo al mercato, si parla di una cessione di Guarin al Chelsea: non sarebbe un errore?
«Guarin può risolvere una partita con una giocata, anche se è un solista che non si integra bene nel gioco corale. La sua cessione potrebbe risultare una mossa giusta per accontentare le richieste di Mazzarri che vuole un attaccante».

A proposito, lei prenderebbe una prima punta o un attaccante esterno?

«L’ideale sarebbe una prima punta forte, ma è difficile da reperire a gennaio dove tra l’altro i prezzi salgono. Visto che Palacio è formidabile anche come centravanti, ben venga una seconda punta come Lamela».
 

Quante possibilità ci sono di ottenere il terzo posto?
«È un obiettivo raggiungibile, l’Inter se la vedrà con Fiorentina e Napoli».
 

Ora parliamo di Milan. Come esce dal derby e che prospettive ha?
«Esce male per il risultato, benino per il gioco, ma la squadra in campionato deve trovare motivazioni: in Champions mostra un atteggiamento diverso. Deve consolidarsi mentalmente e aumentare la concentrazione in difesa».
 

Honda e Rami basteranno per risalire?
«Sono acquisti utili, Honda ha visione di gioco, fa gol e si applica anche in fase di non possesso palla. Ma per il futuro ci vogliono rinforzi in vari settori».
 

Come vedrebbe Seedorf in panchina?
«Diversi ex giocatori come Mancini e Montella sono diventati subito tecnici di valore. Seedorf era un allenatore in campo: sarebbe la persona giusta».