L'emozione del direttore Ruben Jais: "L'orchestra Verdi torna a ospitare il pubblico"

Dal 19 maggio al 15 luglio.parte la stagione intitolata appunto “Dal Vivo!”. In cartellone sette spettacoli in sede e due all'Arcimboldi

L'orchestra Verdi sul palcoscenico

L'orchestra Verdi sul palcoscenico

Milano - L’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi riapre le porte al pubblico con una stagione intitolata appunto “Dal Vivo!”, dal 19 maggio al 15 luglio. Una realtà musicale che è un’icona storica della cultura milanese e che, come altre, esce dal buio della crisi pandemica, riproponendo i propri spettacoli, con una stagione in partenza mercoledì 19 maggio alle 19.30 all’Auditorium di Milano. 

Il direttore dell'orchestra Verdi Ruben Jais
Il direttore dell'orchestra Verdi Ruben Jais
Ruben Jais (nella foto) è il Direttore Generale e Artistico della Fondazione Orchestra Sinfonica e Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi. - Direttore Jais, riaprite al pubblico le porte dell’Auditorium di Milano con una Stagione intitolata proprio “Dal Vivo!” … «Ci sembrava importante sottolinearlo. Anche perché di fatto noi non abbiamo mai sospeso le attività, per dare continuità al rapporto con il pubblico, avendo anche inaugurato in gennaio la nostra web tv, il portale streaming su cui ogni settimana abbiamo caricato i nostri concerti registrati, a partire dal 15 gennaio». - In questi mesi, però, l’Auditorium di Milano non è stato chiuso, ma al suo interno si è continuato a fare musica. Come è andata? «Direi bene. Per suonare, mantenendo le regole del distanziamento, abbiamo prolungato il nostro palco fino a metà sala, di fatto invadendo la platea, visto che il pubblico non c’era. E se il palco di per sé avrebbe potuto ospitare solo trentacinque Professori d’Orchestra, grazie a questa estensione ha potuto accogliere tutti e novanta i musicisti dell’Orchestra. Ora che si riapre con la stagione dal vivo, naturalmente, il palco si riduce alle dimensioni originarie e l’orchestra viene limitata a trentacinque elementi, creando così un’alternanza dei professori d’orchestra che, nel corso delle settimane, vi lavoreranno a rotazione» - Sette concerti all’Auditorium di Milano, due al Teatro degli Arcimboldi. Com’è strutturata la Stagione “Dal Vivo!”? “I primi sette concerti si terranno all’Auditorium di Milano, la nostra casa. Poi, a luglio. dovremo chiudere il teatro per la necessità di ristrutturazione degli impianti di condizionamento e di riscaldamento. In quell’occasione saremo ospitati per le prove dal Teatro alla Scala (che con grandissima gentilezza ci concederà di sfruttare la sala dell’Abanella) e per due concerti da Gianmario Longoni al Teatro degli Arcimboldi. Il primo concerto sarà dedicato alla Spagna, col Direttore d’Orchestra Manuel Coves impegnato nella Sinfonia Sevillana di Joaquin Turina e nella Suite dalla Carmen di Georges Bizet, con l’aiuto di un ballerino di flamenco, Jesus Carmona. E il secondo, concerto con cui chiuderemo la stagione, con la Nona Sinfonia di Ludwig van Beethoven, insieme a Krzysztof Urbanski». - Quali saranno le limitazioni per i Professori d’Orchestra e per il pubblico? «I numeri sono piuttosto precisi. Dovremo avere al massimo cinquecento persone in sala, come prevedono le disposizioni legislative, quanto al palco, per le ragioni di cui sopra, ci saranno i trentacinque Professori d’Orchestra, ma siamo convinti che sarà comunque un grande spettacolo». - Certamente c’è una differenza tra avere novanta o trentacinque elementi a disposizione… «Si tratta soltanto di scegliere il repertorio che si può affrontare, alla fine tutto il classicismo va bene per l’orchestra in dimensioni ridotte, da Beethoven a Bach, da Händel a Mozart, fino a Schubert...non si tratta di un problema, solo di una questione di adattamento». - Le scelte artistiche: quali i principali appuntamenti della stagione? «A partire dal “Concerto di Riapertura” (19-20 maggio) con Beethoven e Mozart, diretto da Krysztof Urbanski (con cui abbiamo registrato la Sinfonia del Nuovo Mondo, online il 14 maggio alle 21 sul portale streaming dell’Orchestra) e con Dejan Lazic come pianoforte solista, un pianista dalla cui bravura siamo fortemente rimasti colpiti. Il 26 e il 27 maggio avremo “La voce di Eschilo“, con musiche di Silvia Colasanti (nostra compositrice in residenza), Mozart e Dvorak, insieme alla Direttrice d’Orchestra Alondra de la Parra. Il 2 e il 3 giugno “L’Ora Romantica“, con Brahms e Schubert. Il 9-10 giugno “Poulenc per Due“, con le musiche di Campogrande, Poulenc e Mendelssohn. Il 16 e il 17 giugno “Serenate Estive“, un concerto diretto da Thomas Guggeis con musiche di Copland, Čajkovskij e Brahms. Il 23 e il 24 giugno “Passione e Malinconia“, un concerto diretto da Kolja Blacher con musiche di Sibelius, Mendelssohn e Mozart. Il 30 giugno e il 1° luglio il “Concerto dell’Incoronazione“, con Mozart e Haydn interpretati da Claus Peter Flor e Andrea Bacchetti. Poi, a seguire, i concerti al Teatro degli Arcimboldi“. - Cosa prova all’idea di poter accogliere di nuovo il pubblico in teatro? «Un’emozione potente. Ci eravamo in qualche modo abituati a suonare senza pubblico, ma è un po’ come il calcio allo stadio, per quanto possa apparire profano. La concentrazione è la stessa, ma la condivisione della stessa atmosfera è un’altra cosa“. - E’ ottimista sul futuro dello spettacolo in tempi di pandemia non ancora domata? «Lo voglio essere davvero, in fondo il ritmo delle vaccinazioni sta aumentando e ci dà una grande speranza. Mi auguro che la campagna ci dia davvero una mano a fare il nostro lavoro come una volta.” 

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