Negrita unplugged, tra vita e palco

Enrico 'Drigo' Salvi, chitarrista della band che torna al Castello Sforzesco: Milano è la nostra seconda casa

I Negrita

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Milano - "È stato emozionante, a tratti commovente". Enrico 'Drigo' Salvi non riesce a silenziare i sentimenti nel parlare del ritorno sui palcoscenici dei Negrita, in concerto questa sera al Cortile delle Armi del Castello Sforzesco. "Dovendo registrare un format leggendario come l’Mtv Unplugged nel corso di questo tour estivo, avevamo pensato di farlo proprio oggi a Milano. Poi invece abbiamo puntato su Arezzo".

Quindi sul popolo di casa. "Sì, per festeggiare finalmente il rapporto d’amore con la nostra città; una relazione che costruita nel tempo, disco dopo disco, concerto dopo concerto, perché ad Arezzo il detto ‘nemo propheta in patria’ ha più valore che altrove. Milano ci ha accettati prima e nel tempo è diventata la nostra seconda casa, come dimostra la presenza qui di una bellissima fanbase". Questo disco live avreste dovuto registrarlo già un anno fa. "Sì, sul palco del Dal Verme. Poi chi ha pensato il Covid a fermare tutto costringendoci a cancellare gli ultimi spettacoli rimasti in calendario. Il nuovo album dal vivo lo registreremo il 31 luglio al Teatro Romano di Arezzo, ma la presentazione sarà tutta milanese, alla Music Week tra il 22 e il 28 novembre". Qual è il segreto della formula «unplugged»? "Pur suonando in una band rock, penso che gli strumenti acustici diano alle canzoni più spessore e più profondità di quelli elettrici. Ma per noi il privilegio di entrare nel format Mtv Unplugged è dato anche da grandissimi dischi di questa serie usciti in passato come quello dei Nirvana o quello di Eric Clapton". Bruce Springsteen il suo lo trasformò da ‘unplugged’ a ‘plugged’ . "Già. Io sono quello che nel nuovo spettacolo dei Negrita cammina più in bilico tra mondi acustici ed elettrici. Più suono la chitarra acustica, però, e più mi diverto". Come il suo sodale Pau, è un amante delle arti visive. Lui or ganizza mostre e lei? "Non ho iniziato a disegnare da ieri, quindi ho i cassetti pieni di album. Non lavoro a tavolino, ma, avendo la fortuna di fare il musicista, di girare il mondo e vedere cose straordinarie, raffiguro quel che mi passa davanti agli occhi e scatena la mia fantasia. Ho più di mille momenti speciali fermati con la matita in pochi secondi nei blocchi da disegno che mi porto sempre dietro". Ne nascerà qualcosa? "Una raccolta di stampe dei miei disegni l’avevo già pubblicata nel 2006, ora ne ho pronta un’altra. Siccome, però, la quantità di video che ho da parte non è da meno di quella di disegni, sto pensando pure alla realizzazione di un documentario retrospettivo sulla band e i suoi trent’anni d’attività".  

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