Milano, Alessandra Amoroso: "Tutto accade, ed eccomi a San Siro"

La cantante arriva questa sera sul palco più iconico: un traguardo conquistato con determinazione

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Mission: possible. Per lo stadio di San Siro il balzo dai Guns N’Roses ad Alessandra Amoroso, in scena questa sera, è quanto di più vicino ci sia ad un jetlag intercontinentale. Qualcosa difficile da descrivere, e ancor più da giustificare, se non con il gran temperamento e la forza d’animo che “Sandrina” riesce a tirare fuori quando si trova ad alzare l’assicella, a tuffarsi in imprese impossibili o quasi. Quello del “Meazza”, infatti, è un palcoscenico che si conquista con età, credibilità, memoria collettiva, primi posti in classifica e molto altro ancora. Uno spazio sacro della pedata e dell’acuto che richiede nella voce, nella testa e nel cuore la determinazione dei grandi.

"È il mio duecentesimo concerto e lo stadio è un grande traguardo, ma sento di essere pronta a ricevere quest’emozione" ammette la cantante di Galatina, che a 35 anni ha pubblicato nove album e venduto 2 milioni 730 mila dischi. "Quando mi è stato proposto di cantare al ‘Meazza’ ho pensato di fare una sorpresa ai miei genitori e non mi sono lasciata sfuggire mezza parola, ma una mattina mamma m’ha chiamata dicendo di avermi sognata in scena su un grande manto erboso".

Woodstock o San Siro? San Siro. "Sento la responsabilità dell’evento" assicura "ma solo verso me stessa e verso quelli che mi seguono". Seconda “ragazza” italiana ad affrontare quegli spalti dopo la Pausini (ma non vanno dimenticate Madonna, Beyoncè e Rihanna), Alessandra era già stata a San Siro nel 2009 nel plotone di “Amiche per l’Abruzzo”. Stavolta sarà sola con la band e le suggestioni di un repertorio in cui non mancheranno hit balneari come “Karaoke” e “Mambo salentino” coi Boomdabash. Anche se, oltre ai successi inevitabili, il focus sarà sulle canzoni dell’ultimo album “Tutto accade”, uscito in autunno e arrivato al disco d’oro. Tutto in una girandola di luci, fiamme, animazioni grafiche ed effetti speciali, con un mood a metà strada tra la vamp e la ragazza della porta accanto perché "io sono così quando canto e quando porto al parco la mia nipotina".

Un kolossal pop promozionato anche dal pop-up store aperto nei giorni scorsi presso la Fondazione Catella in via de Castillia. Ieri sera, a notte fonda, la prova generale. "Sicuramente il valore aggiunto sono state le coreografie, i ballerini" dice. "C’è una bella energia sul palco e guardare loro e vedere le loro labbra, i loro sorrisi, i loro occhi mi emoziona. E poi avere tutta la mia famiglia itinerante di nuovo riunita dopo due anni e mezzo mi manda fuori di testa… Ci meritavamo tutti questa maledetta felicità".

 

 

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