Michael Bublé plana al Forum: "Affronto tutto con grande ironia"

Nell’ultimo album 'Higher' il crooner canadese canta un brano di Paul McCartney

Michael Bublé

Michael Bublé

Milano - Fatto della stessa stoffa dei grandi crooner anni Cinquanta, Michael Bublé plana oggi e domani tra le gradinate del Forum col suo Higher Tour dopo essere tornato a fare capolino in classifica per Natale con quel “Christmas” uscito ormai dodici anni fa.

Prodotto da Ryan Tedder, frontman degli One Republic, l’ultimo album “Higher” è uscito invece lo scorso marzo e vede il crooner canadese cantare un brano di Paul McCartney (“My Valentine”) e duettare con Willie Nelson “Crazy” (“uno dei duetti migliori che abbia mai fatto, così come ‘Bring it home to me’ di Sam Cooke, la più bella canzone che abbia mai registrato in vita mia”). Per il quarantasettenne idolo di Burnaby si tratta dell’ottavo album in studio che spazia dalla Elllingtoniana “Don’t get around much anymore” alla “Smile” di Charlie Chaplin. "Ho sempre saputo di sedere sulle spalle dei miei eroi e ho sempre sentito un profondo senso di responsabilità e riverenza per il jazz, per il grande canzoniere americano, per Dean Martin, per i miei artisti preferiti" ammette Michael Steven Bublé, passaporto italiano, sposato dal 2011 con l’attrice argentina Luisana Lopilato.

"Mi sono sentito onorato di essere una piccola parte nel portare avanti la loro eredità e nel farla conoscere a un pubblico nuovo. E quindi, per molti anni, da ragazzo, ho emulato il modo di stare sul palco e di cantare altrui, ma, attorno ai trenta, finalmente sono diventato Michael Bublé, con il mio stile, la mia voce. Insomma, ho trovato me stesso". Tutto senza smarrire il filo d’ironia che caratterizza il personaggio. "In questo sono decisamente italo-canadese. Credo che l’umorismo faccia bene e aiuti ad andare avanti anche quando le cose si fanno difficili (ne sa qualcosa, con la malattia del figlio Noah, finalmente superata, che l’ha tenuto ai margini dello showbiz per anni - ndr). Io uso l’ironia anche per nascondere le mie emozioni. Sa, a volte faccio fatica, vengo da una cultura per cui l’uomo deve mostrarsi duro e non emotivo, quindi uso l’ironia per proteggermi, per non prendermi troppo sul serio".

Tutto con la benedizione da lassù di nonno Demetrio Santaga, originario di Treviso. "Fin da quando ho iniziato a cantare mio nonno mi disse: lascia perdere Stati Uniti o Francia, l’unico successo che conta è quello in Italia" ricorda. "Facile immaginarsi che soddisfazione fu per lui seguirmi nel primo tour italiano. Quando scese dalla scaletta dell’aereo qui in Italia i suoi 79 anni si trasformarono come d’incanto nei 20 di un ragazzo".

 

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