La Juve, i Toto, Pucci, la saudade e il coraggio di essere veri: il soul di Matteo Ghione

Il musicista milanese pubblica oggi il nuovo singolo 'Prendere o lasciare' nato dalla nota vocale inviata per corteggiare una ragazza

Matteo Ghione

Matteo Ghione

Milano, 4 dicembre 2020 – Sognatore, ma senza ingenuità. Attaccato alle sue radici, ma cittadino del mondo. E disposto a tutto, a ogni sacrificio, a ogni mestiere per scoprire se stesso e il suo talento. Che poi era lì, nel suo Dna. Il padre, attore italiano, e la madre ballerina e cantante brasiliana. E pure in quelle comparsate da bambino sul palco insieme alla mamma, quando “suonavo lo shaker che poi era una lattina con dentro il riso”. Matteo Ghione è questo. La libertà e la curiosità. Nella vita come nella musica che, dopo un brutto infortunio proprio nel pieno della sua carriera calcistica alla Juventus primavera, “è diventato il mestiere a cui non avevo mai pensato”. Senza compromessi.

'Prendere o lasciare'. Proprio come il suo nuovo singolo (Piesse Groove Records/Groove It) in uscita oggi scritto con Piero 'Dread' Comite e prodotto e arrangiato da Pierpaolo D'Emilio e Sandro De Bellis. “Tutto è nato in pochi minuti, da un vocale che ho mandato a una ragazza che volevo corteggiare – racconta Matteo -. Prima strofa e primo ritornello... una manciata di minuti e il tasto invio”. Poi ci hanno lavorato su e il risultato è la storia (autobiografica) di un uomo disposto a tutto pur di conquistare una donna molto indecisa e riservata. “Volevo mostrare il bisogno di vivere l'incontro, la relazione, senza strategie né maschere”, si confessa.

Un manifesto al “coraggio di essere da subito se stessi, disposti all'abbandono e all'azzardo”. Fino a mettersi letteralmente a nudo, anche nel videoclip (diretto da Andrea Basile), dopo aver indossato svariati panni e personaggi nel tentativo di sedurre Anita. La colonna sonora, decisamente soul. Con tanto di citazione di 'Georgy Porgy' dei Toto. A conferma che “è sempre importante studiare, conoscere le regole, perché ti aiuta ad andare oltre”. Lui che “a scuola andavo poco, ma andavo bene. L'ultimo anno (per il diploma di operatore turistico) l'ho fatto a Bolzano, non sono mai entrato alla prima ora perché mi muovevo in bicicletta e faceva troppo freddo”, confessa oggi col sorriso. Lui che ha nelle ossa e nel carattere il caldo di Rio De Janeiro dove è nato e che per anni ha vissuto affacciato sul mare di Genova e a quello che bagna Catania. “Andare solo di orecchio e talento rischia di farti ricadere nel già sentito – la convinzione di Matteo -. Per questo non mi sono mai tirato indietro davanti a nessuna proposta”. Nemmeno quando gli hanno proposto di fare il modello (“pensavo di poter fare qualche soldino senza spaccarmi la schiena”) e di partecipare a 'Uomini e Donne'.

“Sono arrivato in finale, la ragazza ha scelto l'altro, ma ormai ero diventato famoso pur non avendo espresso alcun talento”. Gli inviti nei locali fino a che Matteo decide di non essere più soltanto una statuina, ma di esibirsi con la sua passione. La musica, le percussioni. Il resto è una serata dietro l'altra come doppio lavoro, poi le occasioni della vita. Merito della sua voce black-funk, del suo repertorio dance anni Settanta e Ottanta, reggae, soul. E del suo carattere col sorriso. X-Factor nel 2016 e poi l'esperienza come spalla musicale di Andrea Pucci nello spettacolo 'In...tolleranza zero' sold out in tutti i teatri d'Italia. Fino alla “voglia di scrivere. Di me o delle persone e dei personaggi che ho incontrato”. Ora con 'Prendere o lasciare', presto con un nuovo singolo – 'Marula café' -, come il nome del locale di Barcellona “dove ho imparato lo spagnolo e a fare i cappuccini con i disegni di cacao sulla schiuma”. Esperienze personali. Con un approccio sempre un po' brasiliano, “la saudade, certo. Il dolore è malinconia, ma è pur sempre vita”.  

 

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