Scala, Sergio Mattarella alla Prima del 7 dicembre

Il Capo dello Stato torna dopo la standing ovation del 2021. Via alle assemblee in teatro per il rinnovo del contratto unico 2023-2025

Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la figlia Laura  in occasione della Tosca

Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la figlia Laura in occasione della Tosca

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Il 7 dicembre è da sempre la data-chiave per il mondo Scala. Quest’anno, se possibile, lo sarà ancora di più. In primo luogo, il pubblico in sala per la Prima di Boris Godunov saluterà il ritorno del Capo dello Stato Sergio Mattarella, che, a parte due Prime saltate tra 2016 e 2017 per altri impegni (la crisi del governo Renzi e una visita ufficiale in Portogallo), non ha mai fatto mancare la sua presenza nel Palco reale per l’esordio della stagione lirica. L’anno scorso, gli spettatori gli avevano tributato una standing ovation, chiedendogli a gran voce di restare Presidente. All’epoca, le quotazioni di un Mattarella-bis erano prossime allo zero (per espressa volontà del diretto interessato), ma poi le cose sono andate diversamente.

«Ho informato il Cda – ha fatto sapere ieri il sindaco Giuseppe Sala al termine della riunione del board di via Filodrammatici – che il Quirinale ha confermato la presenza del Capo dello Stato, che ha accettato il mio invito. Sono più che mai contento che anche quest’anno Mattarella venga alla Scala, dove è sempre stato accolto con grande affetto ed entusiasmo dal pubblico. E sono sicuro che lo sarà ancora". Di più: "Il pubblico della Scala e Milano – ha aggiunto il primo cittadino – hanno sempre riconosciuto l’impegno del presidente Mattarella per il Paese nello svolgere il suo ruolo di garante, che ha saputo portare avanti, come saprà in futuro, al meglio anche in momenti difficli".

Il 7 dicembre, Mattarella sarà anche all’Università Bocconi per partecipare con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen a un incontro per il 120° anniversario della fondazione e per presenziare al passaggio di testimone tra Mario Monti e Andrea Sironi alla presidenza dell’ateneo. Non solo la Prima. Quest’anno, Sant’Ambrogio avrà un doppio significato. Almeno per i sindacati del Piermarini, che vogliono chiudere entro quel giorno la trattativa con la dirigenza per il rinnovo triennale del contratto unico, che sarà valido dal primo gennaio 2023 al 31 dicembre 2025. Ieri è iniziato dai laboratori dell’ex Ansaldo il giro di assemblee organizzato dai delegati per spiegare ai dipendenti di ogni reparto la piattaforma di partenza. Detto che si tratta di una bozza suscettibile di ulteriori correzioni o modifiche, le proposte che verranno portate al tavolo con il management partono dalle questioni legate all’occupazione: tra le varie rivendicazioni, spicca quella di rendere strutturale e periodico, almeno due volte l’anno, il confronto sulla nuova pianta organica, da ridefinire alla luce del completamento della palazzina di via Verdi e dell’avvio dei cantieri per la realizzazione della Cittadella della Scala a Rubattino.

E passiamo alla parte economica, quella che, c’è da scommetterci, potrebbe rivelarsi il pomo della discordia tra le parti: nel testo si richiama l’articolo 271 del contratto unico, che prevede l’adeguamento degli istituti retributivi di secondo livello "definiti in cifra fissa" alla variazione dell’indice Istat "sui prezzi al consumo per famiglie di operai e impiegati. Un nodo complicato da sciogliere, specie se pensiamo che a settembre l’Istat ha fatto sapere che in un anno l’inflazione ha segnato un rialzo dell’8,9%. Infine, c’è spazio per la sanità integrativa e per la predisposizione di una convenzione che preveda rimborsi per visite specialistiche e protesi oculistiche e odontoiatriche.

 

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