Greta Mauro e Milano: "Questa città è il sogno di un romano"

La conduttrice e l’avventura di 'Mai dire talk' con la Gialappa’s: "È come se mi avessero chiamata i Rolling Stones"

Greta Mauro

Greta Mauro

Milano, 27 gennaio 2019 - «La mia Milano, da romanissima, abituata alla Grande bellezza, è una città europea, ordinata, la città che adoro e che spero ispiri tutti noi». Greta Mauro, 42 anni, conduttrice e mamma, ha appena concluso l’avventura di “Mai dire talk” su Italia1 accanto a Mago Forest. E in attesa di Matrix, con lo speciale dedicato alle Europee, scrive il suo primo libro fra Roma e Milano. «Sono milanese di treno - sorride lei - ma mi trasferirei qui, con tutta la mia famiglia».

Com’è arrivato l’ingaggio milanese per “Mai dire talk“?

«È caduto dal cielo, in una giornata romana mi arriva una telefonata da Milano in cui mi si dice: “La Gialappa’s ti vuole incontrare”. Io sono stata una ragazza degli anni ’90, per me è un mito, è come dire ti hanno chiamato i Rolling Stones. Pensavo fosse uno scherzo, ho preso un treno e sono andata a trovarli, da lì è iniziato tutto».

Primo impatto con Milano.

«Io Milano la adoro, ho tante amiche qui. Milano è il sogno di un romano perché sta vivendo un momento d’oro. La guardo non con invidia ma come ispirazione e con la speranza che questo momento possa arrivare per tutti noi. Roma è immensa e faticosa. Milano è l’Europa».

Ultima puntata su Italia1. Cosa porta in valigia?

«Tutto. È stato così inaspettato per me che vengo dal mondo dell’informazione. Mi sono ritrovata con questa squadra di voci. Con la Gialappa’s non puoi cadere, ti senti al sicuro».

Nella sua carriera cos’ha lasciato più il segno?

«Ogni esperienza. All’inizio andare in video non era il mio obiettivo. Cercavo di fare tante cose diverse per imparare, capire. Ho cercato di mettermi in discussione e sperimentare, ho iniziato a lavorare in televisione a 20 anni, con “Correva l’anno”. Con Michele Santoro c’è stata la svolta, prima volta da inviata. Poi è arrivata la prima conduzione, con La7. A Milano sono arrivata con “Enigma” e sono rimasta folgorata».

Come si concilia tivù e famiglia?

«Noi con i figli dobbiamo dimostrare sempre al mondo di essere Wonder woman, e non lo siamo. È difficile, ma in questo sono molto serena: la mia priorità era la famiglia, poterla conciliare con un lavoro che amo è faticoso ma bellissimo. A casa mi tolgo il trucco e mi vesto da battaglia».

Milano mancherà?

«Da pazzi. Presto mi metterò a scrivere con un amico napoletano che vive a Milano, scriveremo sul treno. Io amo i treni e la stazione Centrale è stupenda».

Il luogo del cuore?

«Dovrei rispondere Cologno Monzese (ride). Ogni volta che vengo vado a farmi una passeggiata in via Solferino, ci sono tutti i miei negozietti di riferimento».

Cosa ne pensa dell’apertura dei Navigli?

«Una meraviglia. Io sono nata sul lungo Tevere, che non è la stessa cosa, ma il corso dell’acqua in una città dà magia. A Milano mi scatta qualcosa, hai l’idea di stare nel Nord Europa ma senti calore».

Non c’è neanche più la nebbia...

«Un pochino ce l’avete ancora».

Derby Milano-Roma: dove sta la televisione?

«In entrambe e in modi diversi, Milano è l’intrattenimento, per fortuna a Roma ci è rimasta la politica».

E il cinema?

«Quello è romano, mica vi potete prendere tutto (sorride)».

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