Veronal il 'Poptimista': c'è molto di più dei momenti tremendi

Esce oggi l'album dell'artista milanese, da chitarrista di Marky Ramone a cantautore eclettico e ricercato. Anche nella scelta di incidere solo su musicassetta

Gianluca Veronal

Gianluca Veronal

Milano, 27 novembre 2020 – La musica per lui, figlio del finire degli anni Ottanta, era il punk-rock. Erano i Ramones, i Green Day, i Blink e gli Offspring. Ma allo stesso tempo pure Giorgio Gaber e i grandi cantautori italiani. Di musica si è sempre nutrito, anche quando per dieci anni ha lavorato al bar della sua famiglia. I gruppi con gli amici, il garage e la taverna come sala prove, ma nel 2011 Gianluca Veronal “per un'esigenza personale ho deciso di incamminarmi da solo in un percorso pieno di sperimentazioni”.

Partendo sempre dal punk-rock e con la sua chitarra che, nel 2012, l'ha portato ad accompagnare Marky Ramone per l'Italia Winter Tour. Aveva bisogno di “esprimermi in maniera diversa”, sentiva “la voglia di osare”. Di fare 'D+'. Come l'ultimo singolo che ha anticipato il suo primo disco - 'Poptimista' – in uscita oggi. “Già il titolo è una dichiarazione di intenti – chiarisce Veronal -. Sono cresciuto in un'epoca in cui pop e commerciale venivano utilizzati con una accezione negativa, soprattutto nel mio mondo musicale. Un'assurdità, visto che tutti aspirano a diventare popolari quando escono dalla cantina”.

Ecco, 'Poptimista' nasce da lì. Un titolo che guarda il bicchiere mezzo pieno e che annuncia 11 pezzi che raccontano, ognuno, delle storie. Una sorta di album fotografico. Un giro su una giostra. Nel segno della libertà creativa. Perché non c'è 'Niente di più semplice' di riuscire a togliersi tutti i sassolini dalle scarpe. Perché vale sempre la pena “ridimensionare ciò che è andato storto, prendendone coscienza e realizzando che c'era dell'altro, senza dubbio di maggior valore”. Veronal vuole lanciare “un messaggio di coraggio, motivare ad andare avanti nelle cose che interessano”. Basta salire 'in cima al mondo giusto per sporgerci e guardare giù', realizzando che c'è molto di più dei momenti tremendi. Come quelli di chi si ritrova dentro al “problema gigante” della ludopatia ('Non mi avrete mai').

Tutto immerso in un'atmosfera, in uno stile ricercato, eclettico e trascinante. Creato da musica suonata perché “voglio sia un album che possa essere riprodotto con la band, ma anche in un ambiente intimo chitarra e voce”. Il risultato è “un sound alt-pop”. Che viaggia sugli store digitali, ma che “avrà anche un supporto fisico inteso come oggetto di culto”. 'Poptimista' sarà disponibile anche su musicassetta. Un revival anni Ottanta. E da domani? Aspettando il ritorno dei live, Veronal è un artista che “non ho intenzione di far invecchiare la roba”. Canzoni ancora da cesellare ci sono, ma “quelle che ho scartato dall'album non credo di riprenderle in mano”. Anche se “il processo creativo è una bestia strana. E ogni tanto mi capita di andare comunque a sfogliare i vecchi quaderni con idee, appunti e frasi. Mi piace avere sempre uno zaino pieni di spunti da riscoprire”. 

 

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