Sanremo, il pianista della Centrale all’Ariston: "Voglio far arrivare la mia musica"

Ospite a Sanremo Emanuele Fasano, scoperto suonando in stazione

Emanuele Fasano

Emanuele Fasano

Milano, 12 febbraio 2017 - «Trovarsi a Sanremo ovviamente è magico, ma cerco di non pensare a tutte le persone che ci sono a seguirlo e a lavorarci perché non voglio distrarmi dalla mia missione, ovvero fare arrivare la mia musica a tantissime persone». Emanuele Fasano si esibirà all’Ariston poche ore dopo queste parole, fra gli ospiti della serata dei «big». E in qualche maniera il talento milanese che ieri sera ha commosso pure il festival ha ripetuto, in versione esponenziale, il miracolo di quel giorno in cui diventò il Pianista della Centrale.

Riavvolgiamo il nastro: due Natali fa Emanuele perde il treno, sua mamma per un imprevisto al lavoro arriva un minuto dopo. Il ventiduenne sa che c’è un piano nell’atrio della stazione, a disposizione di chi lo vuol suonare, ne approfitta, incanta i pendolari. Alberto Simone, un regista sempre in viaggio fra Los Angeles e Roma, scende dal treno, deve aspettare la coincidenza. Richiamato dalle note di “Non so come mai” prende in mano il cellulare, lo filma. Pubblica un video che diventa virale (4 milioni di visualizzazioni e 90mila pollici all’insù in una manciata di giorni) accendendo i riflettori su quel ragazzetto, zaino in spalla, faccia d’angelo.

Mesi dopo anche Caterina Caselli, produttrice discografica e talent scout di fiuto indiscusso, guarda quel video, su consiglio della nipote. Invita il milanese – di casa a Rodano – nel suo ufficio, in Galleria del Corso, lo fa suonare e lo arruola nella sua famiglia, la Sugar. Emanuele firma con lei due singoli (“Non so come mai” e “Amsterdam Sky”) e il primo Lp, “La mia ragazza è il piano”, uscito venerdì. Nel frattempo Sanremo chiama e «Sanremo è Sanremo». Emanuele lo sa fin troppo bene. Suo papà ha già calcato quel palco, da concorrente: è il cantautore e compositore Franco Fasano. Andando a ritroso, anche suo nonno è stato all’Ariston seppur con altra veste: era il fotografo del festival. Una tradizione di famiglia, insomma. Inaspettata però: nessuno sapeva che quel giovane fosse figlio d’arte prima dell’esibizione in Stazione Centrale. Nessuno pensava che quel giovane potesse finire fra gli ospiti di punta dell’edizione 2017.

Ma eccoci qui. «È come la finale di Champions, la nostra Champions». Cristiana Bettarello, la mamma di Emanuele, al telefono cerca di controllare l’emozione ricorrendo a metafore calcistiche. Per suo figlio è «un po’ come è successo al Leicester quando ha vinto il campionato inglese. Il festival è un’occasione unica, ma sarà anche l’esame di maturità», ricorda. E pensare che il suo Emanuele, come tanti suoi coetanei, aveva già pronte le valigie per Londra. «Lo stavo scaraventando lì – ammette – come quella cerchia di genitori che spera il meglio per il proprio figlio e sa che oggi, qui, è tutto così difficile. Poi c’è stato “Sliding Doors” alla stazione. Sono emozionata sì, ma cerco di non farglielo capire per farlo stare più tranquillo. Gli ho detto: quando suonerai a Sanremo pensa di essere a casa con me che ti bacchetto».

Anche per Cristiana non è il primo Festival, prima al fianco dell’ex marito Franco (c’era anche lui ieri sera, fra il pubblico, emozionato, ndr), poi per lavoro, con un’emittente radiofonica. Ma adesso, cuore di mamma, è tutto ancora più speciale. «Gliel’ho detto: “Prima il nonno da fotografo, poi il papà da concorrente, ora tu ci vai da ospite. Tuo figlio farà il presentatore, giusto per non farci mancare nulla”. Sdrammatizziamo, ci ridiamo su». L’adrenalina sale nel pomeriggio, con le prove, la corsa contro il tempo. «Emanuele ha dimenticato a casa il suo shampoo, usa sempre lo stesso perché dice che fa i capelli più belli. Se non lo trovo piuttosto vado a Milano e torno», promette mamma. Ostacolo superato («Almeno ha pensato ad altro per qualche oretta», scherza Cristiana). Il momento di Emanuele arriva: la mezzanotte è passata, incanta tutti con «La mia ragazza è il piano», la title track del suo primo album.

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