Cisco con la Bandabardò a Mantova e a Sesto: "Quando canto, Erriquez è con me"

La "nuova formazione" stasera all'Arena Bike-In: "Baci e abbracci contro la guerra"

Cisco con la Bandabardò

Cisco con la Bandabardò

Erriquez c’è. E ci sarà sempre. Cisco lo chiarisce subito parlando del sodalizio con la Bandabardò in scena questa sera sul palco dell’Arena Bike-In di Mantova e il primo settembre al Carroponte di Sesto. “Quando intono ‘Manifesto’, uno dei momenti più toccanti dell’esibizione, Enrico (Greppi, ndr ) me lo sento al fianco. D’altronde l’idea di andarcene in tour assieme non ci è venuta lo scorso anno, dopo la sua scomparsa, ma girava nell’aria da tempo, ne abbiamo parlato pure l’ultima volta che ci siamo visti" ammette l’ex frontman dei Modena City Ramblers, al secolo Stefano Bellotti. "Ora quel momento è arrivato, anche se col gran rammarico di non essere tutti quelli di un tempo".

Per quanto andrete avanti?

"Il progetto è nato al concertone romano del Primo Maggio in Piazza San Giovanni e andrà avanti fino agli inizi di ottobre, poi tornerò a suonare con la mia band. Ma sono certo che questa esperienza ne farà nascere altre coi ragazzi della Banda".

Il singolo “Baci e abbracci” l’ha inciso un anno fa con Cristicchi paragona la pandemia alla guerra e parla della gioia che scatena il ritorno della pace. Visti i tempi, parole buttate al vento.

"Verrebbe da pensare che al peggio non c’è mai fine. Ma sono un ottimista di natura e spero sempre di vedere la luce in fondo al buio. Ancora oggi cantarla ha questo valore di condivisione e di speranza per farci forza e andare avanti".

A proposito di condivisione, “Non fa paura” è quella di un album e di questa esperienza con la Bandabardò.

"Tutto è nato dall’idea di mettere in piedi un tour assieme. All’inizio non c’era l’idea di realizzare un disco, ma solo quella di andare in giro a suonare e a divertirsi. Poi ci siamo dati appuntamento in studio per provare a scrivere un inedito da unire ai rispettivi repertori. Ma quando in sala prove ci siamo ritrovati tra le mani non uno, ma 4-5 pezzi è apparso evidente a tutti che il disco dietro l’angolo".

Come si sta lì davanti al microfono con quel vuoto sul palco?

"Non sento una gran pressione. Quella di mescolare i repertori è stata la mossa giusta, perché la gente percepisce il concerto come una festa e non come la celebrazione di qualcosa che è stato. Il pubblico ci prende per mano e ci accompagna in questo percorso live con affetto incredibile".

Quale altra esperienza le piacerebbe intraprendere con la Banda?

"Questo concerto è molto energico, estivo, da ballo. Quindi sarei curioso di fare un tour con pezzi loro e miei in una cornice un po’ più intima quale il teatro. Perché le potenzialità delle canzoni potrebbe dare vita a qualcosa di profondamente diverso da quanto stiamo facendo ora".

 

 

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