Sos cancro: "Servono fondi per la ricerca"

Il Covid ha ritardato la prevenzione. La proiezione della Statale stima 1,4 milioni di morti nella Ue entro l’anno

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Milano, 22 febbraio 2021 - «Il Covid senza dubbio ha influito nel 2020 sui ritardi negli screening e nelle diagnosi di tumore. E, anche se in misura minore, ha inciso sui trattamenti: alcuni sono stati rimandati. Questo avrà conseguenze sul futuro vicino e non». Carlo La Vecchia, docente di Statistica medica della Statale di Milano, ha coordinato l’ultimo studio pubblicato oggi su Annals of Oncology: si prevedono oltre 1,4 milioni di morti per tumori nel 2021 nell’Unione Europea e nel Regno Unito. E se si registra una diminuzione dei tassi di mortalità del 7% negli uomini e del 5% nelle donne rispetto al 2015, compaiono due sorvegliati speciali: il tumore al pancreas, per il quale sono stati compiuti pochi progressi negli ultimi 40 anni (entro la fine dell’anno sarà responsabile della morte di 42.300 persone in Europa) e il tumore al polmone, soprattutto per le donne.

«I tassi di mortalità per cancro ai polmoni sono stimati a 15 per 100.000 nelle donne in Europa (in aumento del 7%), sono più bassi in Italia, intorno all’11,2 – spiega La Vecchia –, ma bisogna considerare un fattore: in Italia le donne hanno cominciato a fumare più tardi, negli anni ’70. E adesso iniziano a vedersi gli effetti: l’andamento è in salita. Intervenire su questa generazione, che ha dai 50 ai 70 anni, è importante». Smettere di fumare: il passo numero uno. Sottoporsi a screening periodici il secondo. Sulle previsioni più a lungo termine, si teme l’effetto Covid. 

«Per la prevenzione del tumore alla mammella, per esempio, tra marzo e maggio 2020 c’è stata una diminuzione sostanziale delle diagnosi – sottolinea La Vecchia –. In questi mesi il sistema si è interrotto, a livello annuale c’è stata una diminuzione del 25-30% dello screening. E l’impatto sulla mortalità, se non riusciamo a recuperarlo, lo vedremo». Sempre guardando alla pandemia, si dovranno rileggere i dati. «Alcuni pazienti con tumore avanzato sono deceduti con qualche anticipo per Covid – ricorda il professore – potrebbe esserci quindi una diminuzione apparente dei tassi di mortalità per cancro». Non si deve abbassare la guardia. Ed è su questo punto che si innesta il messaggio chiave dello studio che è stato supportato dalla Fondazione Italiana per la Ricerca sul Cancro: «La pandemia ha reso più difficile condurre le ricerche – ricordano dalla Statale –. Del Covid non ci libereremo presto: è necessario mettere a disposizione risorse adeguate per continuare ad attrezzarci anche contro il cancro».

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