Elezioni Milano, Meloni arriva in ritardo all'evento per Bernardo. E Salvini se ne va

Doveva essere la conferenza stampa unitaria del centrodestra in appoggio allo sfidante di Sala. Ma i due leader spengono la polemica: "Un problema di aerei e treni"

Salvini e Meloni allo stesso evento, a distanza di un'ora

Salvini e Meloni allo stesso evento, a distanza di un'ora

Milano - Doveva essere il giorno della conferenza stampa unitaria a sostegno dello sfidante di Beppe Sala, Luca Bernardo. Allo Starhotels di Milano erano attesi tutti i big della coalizione ma qualcosa è andato storto, Giorgia Meloni non si è presentata (o meglio, non si è presentata all'orario giusto) e Matteo Salvini se n'è andato prima che lei arrivasse. Insomma, i due leader di un centrodestra alle prese già con diversi problemi non si sono incrociati, gettando benzina sulle voci di tensioni tra i due partiti più forti della coalizione. E quella che doveva essere l'occasione per lanciare un messaggio di concordia e di unità dopo settimane di polemiche e di divisioni s'è trasformato un un flop comunicativo.

La cronaca della mattinata 

Da sinistra, Antonio Tajani, Luca Bernardo e Matteo Salvini
Da sinistra, Antonio Tajani, Luca Bernardo e Matteo Salvini

Alle 10 (inizio del punto stampa previsto per le 10.30), una nutrita folla di cronisti si prepara ad accogliere i leader. Il primo ad arrivare è il coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, che si ferma per una manciata abbondante di domande. Matteo  Salvini è già dentro l'hotel, poi arrivano Ignazio La Russa, Maurizio Lupi e Bernardo. Meloni? "Le hanno cancellato il volo, è in ritardo ma arriva", dice La Russa. "Ragazzi io tra 10 minuti me ne vado, ho un treno da prendere a Rogoredo", ribatte  Salvini. Il leader del Carroccio apre le danze e lascia la sua postazione. "Meloni e Salvini si vedranno domani a Roma non so se riusciranno a salutarsi nel percorso - continua La Russa - da parte di Fdi un grande in bocca al lupo a Bernardo". E alle 11.30 arriva anche Meloni, con un'ora di ritardo.

Meloni e Salvini smorzano i toni

"Nessuna polemica e zero tensioni: stamane non è stato possibile salutarci di persona per banali imprevisti con gli orari di aereo e treno, facilmente verificabili con una telefonata. Saremo insieme già domani a Roma. È incredibile tuttavia che, anche oggi, certi media scrivano bufale o riportino surreali ricostruzioni pur di non parlare delle proposte e dei progetti del centrodestra. Ma non importa: il centrodestra è compatto e lo ha dimostrato ancora una volta in queste elezioni, con candidati unitari in tutte le grandi città. A chi cerca divisioni e litigi consigliamo di guardare a sinistra". Così Matteo Salvini e Giorgia Meloni.  

Da sinistra, Tajani, Bernardo, Meloni e Lupi
Da sinistra, Tajani, Bernardo, Meloni e Lupi

La stessa leader di Fratelli d'Italia insiste: "Siccome ho già visto che qualcuno sta facendo delle ricostruzioni surreali sul mio ritardo di questa mattina, vi prego cortesemente di andare a vedere a che ora doveva arrivare e a che ora è arrivato il volo che ho preso da Roma che mi avrebbe consentito se fosse arrivato in tempo di essere qui per le 11". "Vi prego di non fare mistificazioni perché se non avessimo voluto fare un evento insieme banalmente non l'avremmo fatto. Se l'abbiamo fatto è per confermare ancora una volta una compattezza che il centrodestra ha sulla quale troppa stampa cerca delle mistificazioni senza senso ma purtroppo bisogna fare i conti con la realta'", ha concluso Meloni.

Il caso Berlusconi

Ma la mattinata di tensioni tra i tre partiti era iniziata ben prima, con le dichiarazioni di Berlusconi alla Stampa (ma l'ex presidente del Consiglio ha smentito categoricamente) proprio "contro" gli alleati: Mario "Draghi deve durare", perché al governo ha un compito troppo importante. E poi, "senta, siamo sinceri: ma se Draghi va a fare il presidente della Repubblica poi a chi dà l`incarico di fare il nuovo governo? A Salvini? Alla Meloni? Ma dai, non scherziamo…".

E Meloni sotiene di credere al Cavaliere: "Penso che ha un senso la smentita di Berlusconi e segnalo che ieri su ben due giornali ho letto un titolo virgolettato attribuito a me con una frase che non ho mai detto perciò prendo queste dichiarazioni con il beneficio del dubbio. Le regole della nostra coalizione sono molto chiare: dicono che in caso di vittoria del centrodestra il partito che arriva primo ha diritto a indicare il candidato premier. Se Berlusconi non fosse d'accordo non avrebbe accettato queste regole ma è stato uno di quelli che l'hanno proposta, perciò non sono portata a credere queste ricostruzioni".  Quanto ai rapporti con il leader di Fdi Meloni ha aggiunto: "Ieri non sono riuscita a sentirlo, riproverò oggi per fargli gli auguri di buon compleanno".     

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