Il diktat di Giorgia Meloni: "Rotture vietate". Strappo congelato Fontana-Moratti

Vertice tra i leader del centrodestra, sul tavolo il duello in Regione. "La scelta dopo la nascita del governo"

Letizia Moratti e Attilio Fontana

Letizia Moratti e Attilio Fontana

Ammesso servisse una prova dell’intempestività della resa dei conti tra il presidente della Regione, Attilio Fontana, e la sua vice, Letizia Moratti, ieri è arrivata. E per voce di Giorgia Meloni, che ad Arcore ha avuto un colloquio con Silvio Berlusconi. La leader di Fratelli d’Italia ha chiesto ai partiti e alla coalizione di evitare scontri interni in un momento delicato come quello attuale, stretto tra due diverse urgenze: trovare la quadra sull’esecutivo e dare risposte alla crisi e ai rincari dell’energia, un tema che preoccupa non poco la Meloni.

Il diktat

Secondo quanto riferiscono fonti del centrodestra lombardo, la premier in pectore ha espressamente chiesto di congelare e rinviare ogni discorso sulla candidatura alla presidenza della Regione Lombardia nel 2023, esattamente il motivo dello scontro tra l’attuale governatore e la sua vice con delega al Welfare: "Non è il momento di spaccature", così il diktat impartito dalla Meloni. Un diktat che, a cascata, vale anche per le Regionali del Lazio, in programma sempre nel 2023. E che Antonio Tajani, coordinatore nazionale di Forza Italia, ha non a caso ripetuto pubblicamente: "Adesso pensiamo al Governo, le elezioni per la Lombardia sono dopo. E – si badi – c’è anche il Lazio".

Le posizioni

I due contendenti, intanto, sono fermi sulle loro posizioni. Fontana ritiene di aver messo sul tavolo un dato di fatto del quale non si può non tenere conto: il rapporto fiduciario con la sua vice non c’è più. Il governatore ritiene di aver avviato un processo che può avere un solo esito: il ritiro delle deleghe alla Moratti o la rinuncia alle stesse da parte dell’ex sindaca. In gioco, per Fontana, c’è la sua onorabilità come presidente della Regione, ma anche il rispetto del perimetro politico della coalizione, naturalmente di centrodestra. Al di là del governatore, c’è la partita di Matteo Salvini: agli occhi dei suoi, il segretario federale non può permettersi un altro smacco in Lombardia ad opera di Fratelli d’Italia, dopo il sorpasso nei consensi e, altro elemento, il fermento della base. Sotto questo punto di vista sarà interessante capire come finirà la sfida per il ministero dell’Interno, al quale Salvini punta. Il vicesegretario della Lega, Lorenzo Fontana, ieri ha proferito parole chiare: "Attilio è una figura fondamentale, il centrodestra eviti divisioni".

Le tre priortià della Moratti

Letizia Moratti, venerdì sera, durante il faccia a faccia con Fontana, è stata altrettanto ferma nel ribadire tre punti. Il primo: la sua lealtà al centrodestra, una lealtà confermata anche nell’urna elettorale. Al tempo stesso, però, la Moratti ha voluto sottolineare che chi come lei ricopre un ruolo istituzionale non è tenuto, per motivi di opportunità, a specificare per quale partito abbia votato. Secondo punto: qualora il centrodestra non puntasse su di lei per la presidenza della Regione nel 2023, si sentirebbe del tutto libera e legittimata a prendere in considerazione l’idea di correre con altri partiti. Ogni clausola di esclusività sarebbe vessatoria, secondo la Moratti, nel caso in cui il centrodestra designasse altri alla carica di governatore lombardo nel 2023. Terzo punto: la Moratti ha confermato di non essere disposta ad accettare ministeri o incarichi di governo, ha confermato che il suo unico orizzonte è la candidatura alla presidenza della Lombardia. E ha ribadito che la candidatura le è stata promessa nel momento in cui ha accettato di entrare a far parte della Giunta regionale, nel gennaio del 2021. Nulla che lasci presagire la volontà di una marcia indietro che possa ricomporre lo scontro senza che intervengano i leader nazionali.

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