Salvini in via Bellerio: "Ieri a letto inc...to, oggi carico. Domani consiglio federale"

Il leader ha ostentato ottimismo dopo la vittoria a mani basse del centrodestra e il crollo della Lega, dal 34,2% delle europee 2019 all'8,9% di ieri

Milano - "Dimettermi? Non ci penso nemmeno. Mai avuto tanta voglia di lavorare. Il mio mandato è in mano ai militanti". Il risultato delle urne è stato dulcamaro per Matteo Salvini. Vittoria a mani basse del centrodestra, ma il crollo della Lega, scesa dal 17,8% di quattro anni fa e dal 34,2% delle Europee 2019 a nemmeno il 9% di ieri. Con l'amarezza di essere stato doppiato dal partito di Giorgia Meloni anche nelle sue due storiche roccaforti  del Veneto e della Lombardia. Una telefonata cordiale tra i due, questa mattina, è stata confermata da fonti della Lega e non sussistono dubbi sul sostegno del Carroccio al nuovo esecutivo, a presumibile trazione Fdi. Ma resta soprattutto il nodo dell'analisi della sconfitta e, non ultimo, quello della sorte personale del suo leader. 

Salvini inforca gli occhiali alle 11.47 e saluta i giornalisti. Poi cerca di sorridere. Davanti ha le tabelle con tutti i numeri degli eletti nelle regioni, "potrebbero essere 100 tondi al lavoro da domani, dice. Siamo il secondo gruppo di centrodestra e ce la giochiamo col Pd. “Tengo a ringraziare i militanti della Lega che hanno dato l’anima. Credo di averli incontrati tutti in questi 30mila chilometri di tour. Ringrazio gli 800 sindaci che ovunque hanno dato il massimo. Dove c’è il sindaco che corre e ascolta la situazione è positiva. Abbiamo 1.400 sedi. Abbiamo fatto 610 congressi cittadini e la settimana prossima si riparte per gli altri 800, a Dio piacendo e Covid permettendo".

"Oggi è un lunedì dopo tanti anni c’è un governo scelto dai cittadini. Complimenti a Giorgia Meloni, è stata brava, lavoreremo insieme a lungo come con Forza Italia e i moderati. E’ stata premiata l’opposizione, Fdi è stata brava a farla. Per la Lega stare al governo con Pd, Cinque Stelle e Draghi non è stato semplice. Ma lo rifarei. Con l’Italia chiusa per Covid era doveroso. E aggiungo che oggi per l’Italia è una bella giornata perché ha cinque anni di stabilità davanti. Se avessimo trascinato per altri nove mesi un governo litigioso non sarebbe stato un bene per l’Italia. Certo, il 9 per cento non è un risultato per cui ho lavorato. Ma ci sta. Gli Italiani hanno scelto la coerenza. Dove governiamo noi, con impegno, non ce n’è per nessuno“. Poi Salvini cita i dati regione per regione e i numeri degli eletti potenziali, che portano il totale a 100.  

"Con Giorgia - ha aggiunto - ci sentiamo già oggi per ragionare del governo. Già domani ho convocato il consiglio federale, ascolterò uno per uno, provincia per provincia. Il dato dell’affluenza è sconfortante a livello generale, il 63% vuol dire c’è un enorme margine di recupero. Ma per fortuna che gli italiani hanno potuto votare. Il giudizio degli elettori ora è chiaro: hanno premiato chi ha fatto opposizione e chi ha fatto cadere il governo, tra cui anche Conte che ha votato contro il termovalorizzatore, che io sostengo. Gli elettori hanno sempre ragione. E noi ci facciamo carico di aver portato sulle spalle un peso non indifferente. Oggi il secondo partito al governo è la Lega.  C’è una squadra di governo da comporre al meglio, se avrò l’onore di esserne protagonista in prima persona, bene".

"Vedremo di condividere queste scelte con i territori. Adesso pensiamo alle bollette e ai problemi degli italiani. Se hanno premiato altri più di noi, faremo una valutazione interna. So andato a letto piuttosto arrabbiato, ma mi sono svegliato carico a molla. Guardo il lato positivo. Abbiamo perso solo 4 collegi e abbiamo una squadra di parlamentari eccezionale. Non vedo l’ora che arrivi il 13 ottobre per la prima convocazione delle Camere. Il governo ancora in carica mi auguro che non vada oltre l’ordinaria amministrazione, senza nomine in ordine sparso o iniziative non concordate con noi. Non vedo mercati in rivolta o gente che si strappa i capelli. E’ stata una bella giornata di partecipazione. Abbiamo ampi margini di recupero“.

Infine Salvini ha fatto un riferimento nemmeno troppo indiretto alle imminenti elezioni per il governatore della Lombardia, con un ennesimo assist a Fontana.  "Io ascolterò e condividerò ogni mio passo con gli alleati. Letizia Moratti e' in questo momento la vice governatrice di centrodestra in Lombardia. Ovviamente do' per scontato che la vice governatrice di centrodestra sia a disposizione del centrodestra, mi sembra lapalissiano". Cosi' il segretario leghista ha rilanciato l'attuale governatore leghista. "Mi aspetto che ci sia sostegno in Attilio Fontana", ha continuato.

Ora si attendono le reazioni, soprattutto interne. Un cambio della guardia ai vertici del partito resta ipotizzabile, ma al momento ancora non immediato, dopo una notte in cui Salvini non ha rilasciato alcun commento, dopo la breve manifestazione di entusiasmo per la vittoria del centrodestra. Nella base del partito anche i più critici riconoscono a Salvini di aver portato il Carroccio ai numeri delle Politiche 2018 e delle Europee 2019. Ma, al tempo stesso gli si attribuisce il sempre più scarso coinvolgimento di militanti e sezioni nelle scelte e nelle iniziative del partito, la logica verticistica e accentratrice con la quale lo ha guidato, scelte come quella del 2019.

Il riferimento è a quando fece cadere il governo col Movimento 5 Stelle senza però ottenere che si andasse alle urne, una linea politica ondivaga sulle restrizioni anti-Covid o sui rapporti con Vladimir Putin senza che questi cambi di direzione fossero preventivamente discussi nelle segrete stanze di via Bellerio. Cosa succederà? prevarranno i fedelissimi o i dissidenti? Ora il nome che si sussurra è quello di Massimiliano Fedriga. Nel caso in cui il risultato elettorale dovesse confermarsi sui livelli del prime proiezioni, sarà lui a raccogliere quel che resta della Lega e della storica parabola di Salvini. Dalla sua parte, il governatore del Friuli, ha Luca Zaia, ma anche Giancarlo Giorgetti.

Da notare per il Carroccio anche il flop per la mancata elezione nella regione del leader del partito, Matteo Salvini, che era capolista al Senato in Calabria, che ora dovrà ripiegare su un'altra regione. Il dato conferma dunque le difficoltà del Carroccio a radicarsi in loco, una difficoltà gia' riscontrata alle ultime regionali e ora acclarata in queste politiche che vedono la Lega sotto il 6%, frutto anche delle divisioni interne al partito, attraversato da continue fibrillazioni in Calabria.