Sala striglia Renzi su elezioni e Governo: "Grande Milano, problema creato da noi"

Il sindaco: partito assente sul territorio. Alleanze? Sì al dialogo con Pisapia

Il sindaco  Beppe Sala alla prima giornata nazionale dei circoli Pd

Il sindaco Beppe Sala alla prima giornata nazionale dei circoli Pd

Milano, 1 luglio 2017 - Vicino al Partito democratico, sì, ma con spirito critico. Il sindaco Giuseppe Sala si presenta al Forum «Italia 2020», la riunione nazionale dei circoli democratici organizzata ieri al Teatro Linear Ciak di viale Puglie, e non risparmia bordate a Renzi e al Pd nazionale dopo la «dura sconfitta delle amministrative». Il primo cittadino, che non ha la tessera del Pd, usa toni netti e concentra l’affondo più duro su un tema locale, la Città metropolitana di cui Sala è responsabile: «Con Renzi ci siamo inventati il Patto per Milano. Ma perché non si ha la forza di risolvere il tema della Città metropolitana di Milano, un problema creato dai nostri Governi?».

Sala punta il dito contro la riforma Delrio e stuzzica il segretario del Pd, il cui intervento al Forum è atteso oggi alle 13, anche sul ruolo di Milano: «Suggerisco a Matteo di valorizzare i giovani milanesi». Un riferimento all’incomprensibile esclusione del segretario metropolitano Pietro Bussolati dalla direzione nazionale del Pd? Chissà. Una cosa è certa: il sindaco riconosce che un anno fa ha conquistato Palazzo Marino non solo per meriti propri, ma per il lavoro della «macchina infernale del Pd». Una macchina infernale che in molte città andate al voto domenica scorsa non è mai entrata in azione. Da qui il risultato negativo delle amministrative. L’analisi di Sala è spietata: «Serve più cattiveria. Ho visto poca gente del Pd sui territori, qualcuno è stato più determinato. Salvini, devo ammetterlo, se l’è giocata». Non è finita. «Vedo gli elettori del centrosinistra far fatica al bar a difendere il Pd», aggiunge il primo cittadino, che indica anche «le due ossessioni degli elettori» su cui i dem farebbero bene a concentrarsi: «Immigrazione-sicurezza e lavoro».

Parole-chiave, ma non solo. Sala affonda il colpo anche sulle alleanze elettorali. Renzi fino a ieri ha chiuso le porte alla coalizione con la sinistra guidata da Pisapia? Il sindaco, invece, dice «sì al dialogo con Pisapia» e anche all’unione tra «tenda» di Renzi e «tendone» di Prodi: «Bisogna trovare un’alleanza, c’è poco da fare». Ma il sindaco, davanti alla platea dem, non parla di una coalizione che vada da Sala a Pisapia, semmai indica un obiettivo politico agli «amici» democratici: «Il Pd, qualunque sia la legge elettorale, deve avere l’ambizione di essere il partito che magari per un solo voto in più uscirà dalle elezioni come il primo partito». Il sindaco, intanto, si toglie qualche sassolino dalla scarpa e critica il suo predecessore: «Pisapia ha sbagliato ad appoggiare la Balzani alle primarie. Io ho scelto una certa discontinuità da Pisapia perché la città voleva un messaggio un po’ diverso». A proposito di primarie, magari per la Regione, Sala ribadisce che non sono obbligatorie: «Dobbiamo scegliere i candidati più forti. Non facciamoci del male». Il sindaco ha già indicato il suo anti-Maroni: Giorgio Gori. Le ultime parole di Sala alla platea Pd sono dedicate alla sua situazione giudiziaria nell’inchiesta Expo: «Dovrò gestire il mio possibile rinvio a giudizio, che non mi indebolirà: tante le manifestazioni di affetto nei miei confronti».

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