Nuovo Governo, il sindaco Sala batte cassa

Il primo cittadino di Milano: Lega e M5S diano i soldi per prolungare la M5 a Monza

Il fondatore di Eataly Oscar Farinetti con il sindaco Giuseppe Sala

Il fondatore di Eataly Oscar Farinetti con il sindaco Giuseppe Sala

Milano, 12 maggio 2018 - Il suo approccio nei confronti del governo leghista-grillino in arrivo è «meneghino», cioè pragmatico: «Io non sono contrario al reddito di solidarietà, ma non posso che chiedere: come si finanzia? Mi chiedo se con la stessa volontà il nuovo Governo premierà coloro che fanno la loro parte nella crescita e nello sviluppo, quindi se finanzierà anche il prolungamento della metropolitana fino a Monza». Il sindaco Giuseppe Sala, ancora prima che il nuovo Governo fondato sull’intesa tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio sia nato, inizia a batter cassa. «L’ho fatto anche con i Governi amici», precisa subito dopo durante il suo intervento al convegno «Ripartire dal Modello Milano?» organizzato dalla lista Sala nella Sala Alessi di Palazzo Marino.

Approccio meneghino, dunque. I “danee’’, prima di tutto, perché senza non si possono conciliare «efficienza e solidarietà», cioè «il Modello Milano», fa capire il primo cittadino. I “danee’’, prima di tutto, perché senza soldi il progetto di prolungare la M5 fino a Monza rischia di restare solo un sogno del cassetto. Sala l’ha detto chiaro e tondo lo scorso gennaio anche al ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, esponente del suo partito di riferimento, il Pd: «Servono 100 milioni di euro in più dallo Stato per realizzare l’opera». Più nel dettaglio, prolungare il metrò fino a Monza costa 1,2 miliardi di euro e il Comune chiede al Governo di finanziare non il 60%, ma il 70% dell’opera». Cioè 800 milioni di euro, cioè 100 milioni di euro in più rispetto a quanto previsto attualmente.

Metrò a parte, Sala pensa che la scelta di Milano per l’incontro tra Salvini e Di Maio in programma oggi non sia casuale: «Per posizionare l’Italia nello scenario internazionale, Milano è un riferimento. Io, però, penso che Lega e M5S non abbiano l’esperienza necessaria per poter far bene. Ma è giustissimo che ci provino». Ma il Modello Milano è incompatibile per il Governo giallo-verde? «Dipende dalle formule. Se è una scelta di chiusura e contro l’Europa, certo che è incompatibile». Ripercussioni negative per Milano da un Governo Lega-M5S? «No. Nessun Governo può avere interesse a fare a meno di Milano. Sarà antipatica, ma funziona». Il sindaco, quando parla di «Milano antipatica», si riferisce all’affondo polemico del patron di Eataly Oscar Farinetti, che ha accusato il capoluogo lombardo di voler fare il pigliatutto, da Tempo di Libri contro il Salone del Libro di Torino alla Milano Food City contro Cibus di Parma, e invece farebbe meglio a rispettare la storia e a non pestare i piedi alle altre città. La risposta di Sala: «Il rischio ci può essere, ma noi facciamo le cose che riteniamo giuste. Milano Food City e Cibus, peraltro, non c’entrano nulla, uno riguarda la città, l’altro è un evento fieristico».Sul futuro del Modello Milano, intanto, il consigliere della lista Sala Franco D’Alfonso propone un «grande congresso della città, un momento di confronto che produca un documento sulle Tesi di Milano».

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