Effetto elezioni, rimpastino in Giunta. Sala: uno o due assessori in uscita

Il sindaco si aspetta qualcuno la sua Giunta per effetto delle candidature alle elezioni politiche e regionali

Il sindaco Giuseppe Sala in Consiglio Comunale

Il sindaco Giuseppe Sala in Consiglio Comunale

Milano, 14 novembre 2017 - Più che un rimpasto,un rimpastino. Il sindaco Giuseppe Sala si aspetta che «uno, al massimo due assessori» lascino la sua Giunta per effetto delle candidature alle elezioni politiche e regionali. Niente corsa in Parlamento o al Pirellone dall’esecutivo di Palazzo Marino, un po’ per i sondaggi non proprio lusinghieri per il centrosinistra, almeno per ora, sul fronte nazionale e lombardo, un po’ per la regola rigida indicata già mesi fa dal primo cittadino («chi si candida alle Politiche o alle Regionali dovrà abbandonare immediatamente la Giunta»).

È stato lo stesso Sala, incalzato ieri mattina dai cronisti a margine di un incontro in Triennale sull’effetto elezioni per la sua squadra, a delineare lo scenario al momento più realistico: «Se le Politiche e le Regionali provocheranno un rimpasto in Comune? Ci sto pensando ma penso che non ci sarà certo una grande fuga. Se ci sarà qualcuno che andrà via saranno uno o al massimo due assessori, non in modo tale, però, da destabilizzare la Giunta». L’esponente dell’esecutivo municipale che le quotazioni di Palazzo Marino e del Partito democratico danno più vicino a una candidatura alle elezioni di marzo è Carmela Rozza, che potrebbe scendere in campo per le Regionali. Il condizionale, però, è ancora d’obbligo.

La Rozza non ha ancora deciso se tentare il salto al Pirellone. In ribasso, invece, le quotazioni della candidatura dell’assessore Marco Granelli (Mobilità) per le Regionali, visto che Fabio Pizzul, esponente dell’area cattolica del Pd come Granelli, si ricandiderà per il Consiglio regionale (il precedente scenario vedeva Pizzul candidato per Camera o Senato). Le elezioni politiche, invece, non dovrebbero provocare neanche uno scossone nella Giunta comunale. I renziani doc – la vicesindaco Anna Scavuzzo e l’assessore all’Urbanistica Pierfrancesco Maran – per adesso non danno segnali di «fuga» verso il Parlamento, anche perché nei collegi milanesi ci sono già i renziani uscenti, da Lia Quartapelle a Ivan Scalfarotto. Nell’ala sinistra del Pd, invece, l’assessore Pierfrancesco Majorino assicura di non puntare al salto in Parlamento.

Rimpasto, dunque. Con un obiettivo chiaro da parte di Sala: conservare l’attuale assetto del centrosinistra milanese tra Pd e Insieme per Milano, un modello di «centrosinistra largo» che a livello nazionale sembra un miraggio in questo momento. Equilibri politici a parte, però, il sindaco non esclude un rimpasto di deleghe. Se a prendere il posto della Rozza dovesse essere l’attuale capogruppo del Pd Filippo Barberis, non è detto che gli sarebbe affidata la delega alla Sicurezza. A quel punto il giro di deleghe potrebbe riguardare gli assessori Roberta Guaineri (Sport e Turismo), Gabriele Rabaiotti (Lavori pubblici) e Lorenzo Lipparini (Partecipazione).

massimiliano.mingoia@ilgiorno.net

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