Sala: "Né primarie né incarichi nel Pd, finisco il mandato da sindaco"

Giuseppe Sala nega di ambire alla leadership del Pd e promette di portare a termine il mandato da sindaco

Giuseppe Sala sindaco  di Milano ieri è stato intervistato a Tempo di Libri

Giuseppe Sala sindaco di Milano ieri è stato intervistato a Tempo di Libri

Milano, 11 marzo 2018 - Giuseppe Sala nega di ambire alla leadership del Pd, ora che Matteo Renzi si è dimesso da segretario nazionale del partito, e promette di portare a termine il mandato da sindaco: «Il mio presente si chiama Milano e durerà fino 2021. Poi vedremo». Così ha detto il primo cittadino intervistato, ieri, a Tempo di Libri in occasione della presentazione del suo libro “Milano e il secolo delle città”. «Ci sono due motivi per cui non accetterei incarichi nel Pd: il primo è per il patto che ho fatto con i milanesi – ha proseguito il sindaco – e che ho intenzione di portare a termine, perché sono fatto così: mi piace portare a termine i compiti. Quindi se il Pd ha bisogno che io porti un contributo di idee ci sono senz’altro, di più no. Il secondo è che credo che avere una Milano forte, internazionale e inclusiva, capace di fare una politica sull’integrazione che funzioni, sia il miglior servizio che potrei fare alla sinistra».

Sala ha poi fatto riferimento anche alla sua esperienza personale: «Quando passi attraverso una malattia grave non puoi che essere un uomo cambiato. Rispetto ai piccoli problemi che fanno impazzire le persone ora ho la capacita’ di dire “andiamo avanti”. Non guardo al futuro, non sono più capace di fare un progettualità sul mio futuro». Non è piaciuta al primo cittadino la sortita di Nicola Zingaretti che appena rieletto presidente della Regione Lazio si è candidato ad eventuali primarie: «Esempio da non imitare». Sala conferma poi il suo scetticismo sullo strumento delle primarie, a suo dire «una cosa da egoriferiti», «un altro modo per confessare agli elettori che non siamo capaci di trovare soluzioni al nostro interno». Quindi due messaggi al Movimento 5 Stelle: «Non pensino che se si torna al voto passano dal 33 al 50%, perché stiamo vedendo in Puglia le file per il reddito di cittadinanza. E Luigi Di Maio non ha mai governato neanche un condominio».

Una volta riconosciuti i meriti di Matteo Salvini («Detestabile quanto vuoi ma ha fatto un miracolo. Ha preso il partito al 4% e lo ha portato dove lo ha portato»), Sala invia un consiglio anche a Renzi: «Ha sbagliato ad essersi circondato di poche persone. Il momento più basso penso sia stata la conferenza stampa post-elezioni: avrebbe dovuto farsi da parte invece ha deciso di fare un braccio di ferro col Pd, parlando di inciuci. A chi si riferiva? Non dimentichiamoci che abbiamo governato con Verdini».

giambattista.anastasio@ilgiorno.net

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