Albiani: "Malamovida, ascolterò i residenti. Milano ancora insicura per la comunità Lgbt"

Il presidente Pd della commissione Sicurezza del Comune, esponente della comunità Lgbt: "Reati in calo, ma il nodo è la percezione di sicurezza. Fondamentale l’assunzione di 500 nuovi vigili"

Michele Albiani (Pd)

Michele Albiani (Pd)

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Milano - Michele Albiani, neopresidente della commissione Sicurezza del Comune, responsabile Diritti del Pd metropolitano, omosessuale dichiarato, sostenitore del Rainbow District intorno a via Lecco, quali sono le sue priorità sul fronte sicurezza?

"La commissione è Sicurezza e Coesione sociale. Perché se non c’è coesione sociale non c’è sicurezza. Negli ultimi dieci anni c’è stato un calo dei reati a Milano. C’è stato anche un aumento delle denunce, ma questo significa che c’è maggiore fiducia nella forze dell’ordine. Il problema da affrontare riguarda la percezione di sicurezza e la microcriminalità in alcune zone della città. Sì, perché la microcriminalità adesso è presente anche nelle zone della movida, da Porta Venezia alle Colonne di San Lorenzo. Ho invitato tutti i componenti della commissione a segnalare le criticità presenti in città. Una delle mie priorità è l’ascolto dei cittadini".

Ha citato i problemi legati alla malamovida. Non è facile conciliare le esigenze dei frequentatori dei locali con quelle dei residenti.

"La commissione sarà uno dei luoghi dove provare a trovare una sintesi e proporre soluzioni per rendere le zone della movida più vivibili per tutti. In campagna elettorale ho proposto di creare dei tavoli che coinvolgano la commissione e l’assessorato alla Sicurezza del Comune, il Municipio di riferimento, i cittadini e i commercianti".

Lei è uno dei sostenitori del Rainbow District intorno a via Lecco, ma i residenti in quelle vie si lamentano da tempo per il troppo rumore e per la situazione fuori controllo durante i weekend. Potrebbe servire rilanciare l’ordinanza anti-bevande da asporto firmata dal sindaco prima delle Comunali e non rinnovata dopo il voto?

"No, quell’ordinanza non ha funzionato. Nell’area intorno a Porta Venezia ha continuato ad esserci la malamovida, dagli abusivi che vendono bevande alcoliche alle bande di microcriminali. Da allora, però, sono state riaperte le discoteche e la temperatura si sta abbassando, dunque c’è una minore affluenza di persone in strada la sera. Il personale della security assunto da alcuni locali con i fondi di un bando comunale, inoltre, ha scoraggiato la presenza della microcriminalità".

Molti residenti di via Lecco e strada limitrofe, però, sono ancora arrabbiati. Cosa si sente di dir loro?

"Ci sono residenti spaventati perché questa non è la movida a cui erano abituati. Ma il quartiere è migliorato, i prezzi della case sono aumentati. Certo, i problemi della malamovida sono ancora da risolvere, non solo in Porta Venezia ma anche in altre zone di Milano. Da presidente della commissione Sicurezza non vedo l’ora di ascoltare i residenti e ragionare con loro e con le altre categorie interessate su quello che si può fare in vista della primavera, quando le persone saranno più invogliate a stare all’aperto di sera".

Servono più controlli da parte della Polizia locale e delle forze dell’ordine?

"Sì, certo, servono più controlli. Aspetto con ansia che il Comune assuma i 500 nuovi vigili urbani ("stiamo lavorando sul concorso", ha detto ieri l’assessore alla Sicurezza Marco Granelli, ndr). I nuovi agenti dovranno essere formati anche per gestire queste situazioni. Non solo. Con Prefettura e Questura bisognerà lavorare per far rispettare l’orario di chiusura dei locali".

In campagna elettorale era emersa la proposta di indicare un "sindaco della notte". Alla fine Sala ha deciso di non creare un delegato alla movida. Sarà l’assessore Granelli a dover risolvere i problemi della malamovida. Lei darà una mano all’assessore?

"Ho già in programma una riunione con Granelli per affrontare tutti i nodi legati alla sicurezza della città, non solo quelli relativi alla vita notturna".

Albiani, ma Milano è una città insicura o no?

"Non è insicura. Bisogna distinguere zona da zona".

Si sente spesso una critica: i vigili di quartiere non si vedono mai in giro. Condivide?

"Sui vigili di quartiere dobbiamo lavorare molto. È la prima cosa che mi ha suggerito di fare mia madre. Il tema è che gli agenti della Polizia locale attualmente sono sotto il tradizionale organico. L’assunzione dei 500 vigili urbani in più, quindi, è fondamentale".

La comunità Lgbt a Milano si sente sicura oppure no?

"Nella maggior parte della città non si sente al sicuro di potersi esprimere liberamente. Anche nella zona di Porta Venezia la percezione di sicurezza non c’è più. Si verificano aggressioni fisiche e verbali di stampo omofobo. Non è solo una questione di sicurezza, ma culturale".

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