Milano e i La Russa: niente censura a Romano per il caso "saluto", Vincenzo al Famedio

Il Pirellone boccia la mozione contro l’assessore. Sala non chiude all’omaggio all’ex Dc. Feeling sullo stadio con Ignazio

Romano La Russa

Romano La Russa

Milano - Una giornata politica (e mezza) nel nome dei fratelli La Russa, in ordine di nascita Vincenzo, Ignazio e Romano. Ma qui partiremo dall’ultimo, dall’assessore regionale alla Sicurezza Romano La Russa, finito nel mirino del Pd e del M5S dopo il saluto romano accennato durante il rito del “presente’’ in ricordo del cognato e militante di destra Alberto Stabilini. L’opposizione al Pirellone ha presentato una mozione di censura del gesto di La Russa, chiedendo al presidente della Regione Attilio Fontana di "revocare la nomina ad assessore" all’esponente di FdI, ma ieri mattina il Consiglio regionale ha respinto la mozione con 48 voti su 72. La Russa è intervenuto durante il dibattito in aula per dire che "immediatamente ho chiesto scusa a chi si è sentito offeso perché ho compreso l’inopportunità del gesto, che ha danneggiato più di chiunque altro il mio partito. Sono scuse che rinnovo oggi con ancora più convinzione, se ce ne fosse bisogno. Il saluto al “presente’’? Era fine a se stesso e nulla aveva a che fare con un significato politico". Tutto a posto? Macché. Per i dem "siamo di fronte alla totale inconsapevolezza di come si rappresenta il ruolo istituzionale", mentre i pentastellati hanno esibito in aula cartelli con la scritta “Nessuna nostalgia in Regione Lombardia’’, rimossi dai commessi. E Fontana? Il governatore non ha partecipato al dibattito ma a margine del Consiglio ha detto che "mi sembra che sia stata abbastanza chiara la volontà dell’aula e la democrazia impone di rispettarla". Conclusione: Romano La Russa resta assessore.

E siamo a Vincenzo e a Ignazio La Russa e a due vicende distinte ma strettamente legate ai rapporti che il sindaco Giuseppe Sala intende intrattenere con il nascente Governo di centrodestra a trazione FdI. Il nome di Vincenzo, morto il 21 novembre 2021, è stato proposto dal consigliere comunale meloniano Andrea Mascaretti per l’iscrizione al Famedio, il Pantheon dei grandi milanesi nel Cimitero Monumentale. Vincenzo La Russa è stato parlamentare cattolico per tre legislature – due con la Dc e una con il Ccd – e scrittore. Un curriculum non sufficiente per l’iscrizione al Famedio, secondo la presidente del Consiglio comunale milanese Elena Buscemi, che ieri, su Facebook, ha scritto: "Sgombriamo il campo da equivoci spiacevoli: non ho nulla contro la persona né la sua storia, ho ritenuto però la proposta avanzata da FdI inopportuna, con tratti di strumentalità e potenzialmente divisiva. Per questo ho sospeso e rinviato la Commissione. L’obiettivo è tenere il Famedio al riparo da strumentalizzazioni e forzature". Pochi minuti dopo il post della Buscemi, a margine di un evento all’Arena civica, il sindaco Giuseppe Sala ha espresso un parere più soft sulla candidatura di La Russa per il Famedio: "Non so se è una figura divisiva, anche pensando al suo passato politico. Ma lascerò al Consiglio comunale decidere, visto che quella sul Famedio è una delega dell’assemblea comunale".

Sindaco morbido sulla candidatura di La Russa per tutelare i futuri rapporti tra Milano e il Governo Meloni? Qualcuno inizia a sospettarlo, anche alla luce dell’incontro di lunedì a Palazzo Marino tra Sala e il senatore di FdI Ignazio La Russa, che ha presentato al sindaco il progetto sui due stadi a San Siro: conservare il Meazza e realizzare il nuovo impianto. Il primo cittadino ha promesso a La Russa che ne parlerà a Milan e Inter. Ma sull’ipotesi dei due stadi, in passato, Sala si era detto nettamente contrario. Riposizionamento tattico del sindaco alla luce del nuovo quadro politico?

 

 

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