La grillina Pavone: sono una donna di sinistra, la destra non mi rende serena

La candidata sindaco del M5S: rappresento la nuova fase politica voluta da Conte, ora nel Movimento conta la competenza

Layla Pavone, candidata sindaco a Milano del M5S

Layla Pavone, candidata sindaco a Milano del M5S

Milano - Layla Pavone, 58 anni, manager (è chief innovation Marketing e Communication Officer di Digital Magics, uno dei più importante incubatori italiani di startup), candidata sindaco alle elezioni comunali del 3 e 4 ottobre per il Movimento 5 Stelle, ieri mattina è venuta nella sede del Giorno per un confronto con il direttore Sandro Neri, il capo della Cronaca di Milano Fabrizio Lucidi e i cronisti Massimiliano Mingoia e Giambattista Anastasio. Ecco il resoconto del forum.

Layla Pavone, lei è considerata la candidata sindaco indicata dal presidente del M5S Giuseppe Conte e poi votata dalla base pentastellata. Quando ha conosciuto l’ex premier? Lei, manager, non grillina della prima ora, si considera un’espressione della nuova fase del M5S voluta dal leader? "Sì, è così. Io Giuseppe Conte l’ho conosciuto all’inizio di agosto. L’ex premier pensava che, per il suo nuovo corso politico, a Milano fosse opportuno candidare una donna competente. Il cambiamento nel M5S è il riconoscimento che le competenze sono importanti. Quando sono stata contattata, avevo le valigie quasi pronte per andare in vacanza. Ma sono una curiosa, mi sono fermata e ho detto: parliamone, Milano è la mia città. È nato tutto così". E poi cos’è successo? "Ho letto e condiviso la Carta dei Valori di Conte, il suo manifesto politico. Ho riflettuto qualche giorno, parlando della possibilità della candidatura a sindaco con familiari e amici. Mi sono confrontata con gli attivisti del Movimento attraverso un collegamento in Rete. Alla fine mi sono convinta. Ho 58 anni, ho 33 anni di carriera alle spalle e credo molto in quello che gli americani definiscono “give back’’: restituire a Milano quello che ho ricevuto. Sono figlia di genitori arrivati a Milano quando erano giovani: mio padre, abruzzese di origine, a 18 anni ha iniziato a lavorare proprio al Giorno , quindi un pezzettino di cuore della mia famiglia è al Giorno . Mia mamma, invece, era toscana. Milano ci ha dato tanto. Io in questa città ho studiato al Conservatorio, poi all’Università Statale e mi sono affermata sul lavoro". Dopo che è stata indicata come candidata sindaco del M5S, è riemerso un suo vecchio post sui social in cui criticava il Governo Conte. Non era “contiana’’, allora? "Quel post non era diretto al M5S. Nell’ottobre dell’anno scorso non avevamo ancora i vaccini e il Governo continuava a chiedere sacrifici. Io osservavo che i sacrifici li avrebbero dovuti fare tutti, compresi coloro che erano al Governo. Ma non era una critica al Movimento, i cui eletti si sono subito tagliati gli emolumenti parlamentari. Sono stati gli unici a farlo". Oltre al dialogo con Conte, ha parlato anche con Beppe Grillo prima di accettare la candidatura? "No, non ho avuto contatti con Grillo". In passato ha votato M5S? "Sì. Ho votato anche per i Radicali. Da giovane per me Emma Bonino, che ho conosciuto, è stata un faro per quanto riguarda l’impegno politico". Si considera di sinistra o di destra? "Io sono una donna di sinistra, non di destra". Quindi era più a disagio per l’alleanza del M5S con la Lega piuttosto che con il Pd? "Assolutamente sì. Nell’alleanza con il Carroccio non mi ci ritrovo per niente". Qualche anno fa il M5S era contro l’Expo e contro Giuseppe Sala, che dell’evento del 2015 è stato un’icona. Dopo, Sala è stato eletto sindaco e ha governato Milano per cinque anni. Cosa ne pensa dell’operato del primo cittadino? "Sala in questi ultimi cinque anni ha fatto delle cose buone e delle cose meno buone. Milano, se si pensa alle aree centrali, è bella. Ma se si ha una visione più ampia della città, allora il lavoro che è stato fatto non raggiunge la sufficienza. Ci sono problemi legati alla sicurezza e alla mancata pulizia della città. Io vedo Milano sempre più sporca. La nostra città, inoltre, non è a misura di giovani e di studenti. Mia figlia fino a qualche anno fa faceva l’università. I suoi colleghi che arrivavano da fuori Milano avevano – e gli attuali studenti hanno tuttora – problemi nel trovare un posto dove vivere: non ci sono gli studentati. La responsabilità non può che essere dell’amministrazione comunale. Sala l’ho conosciuto, è una persona gentile, ma qui parliamo di come è stata amministrata la città. Io, da cittadina ancor prima che da candidata, non sono soddisfatta di quanto è stato fatto dal Comune fin qui. A Milano ci sono cose belle, ma ci sono anche cose non fatte. Il nostro programma si chiama “Milano PrimaDonna’’ proprio perché vogliamo una città migliore. Qualche giorno fa ho usato una metafora al femminile: Milano è truccata ma anche molto spettinata e disordinata. Non è la Milano di quando io andavo all’università. Ad esempio, in città la musica non c’è più, molti locali hanno chiuso. Sul fronte della cultura, si può e si deve fare di più". Il giudizio sull’amministrazione Sala è importante non solo in vista del primo turno elettorale, ma anche del secondo. Nel caso ci sia un ballottaggio e lei non sia tra i due sfidanti finali, par di capire che lei sarebbe disposta a dialogare più con Sala che con il candidato sindaco del centrodestra Luca Bernardo. È così? Non esclude un apparentamento ufficiale con Sala al secondo turno? "C’è un dialogo in corso tra M5S e Pd, non a livello milanese, ma nazionale. Io ho ancora 15 giorni di campagna elettorale e punto a far conoscere meglio me e il nostro programma elettorale. Credo di essere una valida alternativa sia a Sala che a Bernardo. Primo perché sono una donna. Qualche mese fa Sala ha dichiarato che dopo il suo secondo mandato gli piacerebbe che il sindaco di Milano fosse una donna. Ma il cambiamento si può fare adesso e c’è una donna che può fare la differenza. Se si dovesse andare al ballottaggio tra Sala e Bernardo, invece, non è uno schieramento con la destra quello che mi potrebbe rendere serena". A proposito di programma elettorale... "Il programma è stato un lavoro a più mani. Sui temi della smart city ci sono le mie indicazioni, su altri temi era già stato molto ben preparato e l’abbiamo condiviso". Pista ciclabile di corso Buenos Aires. Dopo un anno dalla sua realizzazione, ci sono ancora polemiche. Che ne pensa di questa pista ciclabile e cosa prevede il suo programma sulla mobilità su due ruote? "Milano è una metropoli e deve affrontare le problematiche legate al traffico e alla viabilità. Nel periodo di lockdown, le abitudini dei cittadini sono cambiate e in molti hanno iniziato a usare la bicicletta per gli spostamenti. In quel periodo il Comune ha pensato di allestire delle piste ciclabili disegnate con strisce di vernice sull’asfalto, piste ciclabili che adesso devono essere completamente ripensate. Io uso la bici e corso Buenos Aires è una strada pericolosa, perché è stata pensata in maniera illogica, con auto parcheggiate che spuntano davanti ai ciclisti. Nel nostro programma c’è un piano di nuove piste ciclabili che riguarda tutta la città, anche i quartieri più periferici". Politiche per la famiglia. Negli ultimi anni c’è stato il rincaro dei centri estivi e l’addizionale Irpef comunale per i nuclei familiari non è stata ridotta... "È una questione di investimenti. Le scelte dell’attuale amministrazione comunale su questo tema non mi sono piaciute. Ci sono ancora tante donne con famiglia e figli costrette a rinunciare al proprio lavoro. È una situazione che mi fa venire la pelle d’oca. Bisogna dare alle donne la possibilità di esprimersi, non solo di restare a casa a curare i figli piccoli perché non ci sono asili nido". Stadio di San Siro. Milan e Inter hanno proposto al Comune di realizzare un nuovo stadio e di demolire parzialmente il Meazza per realizzare un distretto sportivo e commerciale. Lei è favorevole o no? "Nel nostro programma c’è il tema della sostenibilità. A Milano ci dev’essere più verde. La nostra città ha 17,8 metri quadrati di verde per cittadino rispetto ai 33,8 mq di verde per cittadino che è la media nazionale. E va peggio se prendiamo in considerazione le grandi metropoli internazionali, persino Manhattan. San Siro non è solo lo stadio. C’è un pezzo di quel quartiere che è inguardabile. Dico a Milan e Inter di avere uno sguardo più ampio. Se vogliono investire lì, devono occuparsi anche di quello che ci sta intorno. Non solo di un nuovo stadio e di un centro commerciale. Inoltre ci sono studi su come ristrutturare l’attuale impianto. Meglio evitare nuovo cemento". Case popolari. È tornato d’attualità il progetto di una nuova società unica tra Comune e Regione e dunque tra Mm e Aler per gestire gli alloggi popolari. "Prima di tutto bisogna realizzare un censimento sulla situazione attuale reale considerando che lo scorso anno c’erano oltre 25 mila famiglie in attesa di un alloggio popolare e gli sfratti hanno raggiunto cifre record. Poi bisogna pensare alla riqualificare di alcuni immobili". Ma il Comune secondo lei dovrebbe prendersi carico anche degli alloggi attualmente gestiti da Regione-Aler? "È necessaria una razionalizzazione ed un coordinamento del patrimonio pubblico abitativo di Milano, ci sono funzioni e attività ridondanti. Sono necessarie economie di scala e soprattutto bisogna essere vicini ai cittadini. Lo stesso discorso vale anche per la sanità gestita dalla Regione e non dal Comune". A proposito di sanità e di emergenza Covid, lei è a favorevole o contraria al green pass per tutti i lavoratori? "Sono super favorevole al green pass". Ultima domanda: quando Conte ha sbagliato il suo cognome durante una manifestazione in Darsena, chiamandola Layla Romano, lei ci è rimasta male? "Io mi chiamo Layla, sono abituata che sbaglino il mio nome: Liala, Laura... Figuratevi poi con il T9 dei telefoni cellulari. Stavolta mi hanno sbagliato il cognome, ma è stato solo un lapsus. Di Conte mi piace l’autenticità. È un politico che sta girando in lungo e in largo tutta Italia incontrando e ascoltando folle di cittadini e che ha avuto l’ardire di dire che è stanco e gli hanno dato addosso. Il suo errore è scusabile".  

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