Regione, verso una Giunta snella

Il piano: con Fontana 12 assessori anziché 14. E la Lega ne vuole 7

Attilio Fontana (Ansa)

Attilio Fontana (Ansa)

Milano, 10 marzo 2018 - Che si andasse verso una Giunta regionale a trazione leghista era stato anticipato. Del resto il verdetto delle urne ha chiarito le gerarchie pure all’interno del centrodestra. Ma quella del neogovernatore Attilio Fontana si annuncia anche come una Giunta snella: 12 assessorati a fronte dei 14 voluti dal predecessore Roberto Maroni e dei 16 permessi come numero massimo dalla legge. Ancora nulla di ufficiale, meglio precisarlo. Ma sembra essere proprio questo l’orientamento che sta prendendo quota. Una scelta, quella della riduzione del numero degli assessorati, di questi tempi popolari e che consentirebbe di premiare i partiti che hanno preso più voti. Alla Lega andrebbero quindi 7 assessori, a Forza Italia 4 ed 1 a Fratelli d’Italia. Nessun assessore per “Noi con l’Italia”, fermatisi all’1,26% dei voti, ed “Energie per la Lombardia” (0,5%), declinazione locale del movimento di Stefano Parisi. Ai primi sarà comunque riservato uno dei 4 sottosegretari che andranno a completare l’esecutivo regionale. Gli altri tre saranno di nuovo spartiti tra Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia che vedrebbe così accontentata la richiesta avanzata nei giorni scorsi da Ignazio La Russa di avere più spazio in questa Giunta rispetto alla precdente.

Oltre ai pesi tra i partiti della coalizione c’è da rispettare la legge che impone di riservare alle donne almeno il 40% dei posti nell’esecutivo. Nella pattuglia leghista ci saranno quindi 3 assessori donna, in quella di Forza Italia una sola e tinto di rosa potrebbe essere anche l’unico assessorato di Fratelli d’Italia, per un totale di 5 “assessore”. Dopo i pesi, i nomi. La Lega sembra decisa a puntare su Fabio Rolfi, presidente uscente della commissione Sanità e campione di preferenze a Brescia, Stefano Bruno Galli, già capogruppo della Lista Maroni, Francesca Brianza e Claudia Terzi, entrambe assessore uscenti che sarebbero quindi riconfermate. Altri nomi caldi sono quelli di Davide Caparini, Stefano Bolognini, Massimo Sertori e Giulia Martinelli che potrebbe essere la terza donna del contingente leghista. Forza Italia punterà invece su Giulio Gallera e Fabrizio Sala, entrambi assessori uscenti benedetti dalle preferenze, Alessandro Fermi (oltre 8mila preferenze a Como), Alessandro Mattinzoli (uomo di fiducia di Mariastella Gelmini, coordinatrice lombarda del partito) e, unica donna, Silvia Sardone.

Per Fratelli d’Italia sembrava scontata la riconferma di Viviana Beccalossi ma ora c’è chi sussurra che il partito potrebbe preferirle un milanese (Riccardo De Corato) per bilanciare la rappresentanza tra i vari territori, altro fattore da tenere in considerazione per tutti i partiti. Una scelta, questa, che ridurrebbe, però, il numero delle donne assessore: decisiva sarà la dialettica tra Fontana e Fratelli d’Italia sul doppio binario assessorato-sottosegretariato. Capitolo deleghe. Possibile che l’assessorato alla Sanità resti a Gallera, ma bisogna capire quali prerogative avrà. Il super-assessorato a Welfare e Casa, annunciato da Fontana, sembra destinato a Rolfi. Mentre quello all’Autonomia pare scritto per Galli. Sala potrebbe accettare la presidenza del Consiglio regionale in modo da far entrare Fermi, gelminiano, in Giunta e dare rappresentanza anche a Como. Se così avvenisse Federico Romani, figlio di Paolo, neoeletto in Senato, resterebbe fuori dal Consiglio regionale. In alternativa a Sala andrebbero le deleghe finora detenute dal leghista Massimo Garavaglia (Sviluppo Economico) e Fermi presiederebbe l’aula. Per la delega alla Montagna è in pole Massimo Sertori. Quanto a Caparini, sembra al momento più vicino ad un assessorato o ad un ruolo nello staff ristretto di Fontana che alla segreteria generale, che dovrebbe restare ad Antonello Turturiello.

giambattista.anastasio@ilgiorno.net

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