Milano, i 'consigli' di Albertini: "Salvini molli il M5S e candidi Bonomi"

Parla l'ex sindaco: serve un centrodestra con i moderati per le Comunali 2021

Gabriele Albertini

Gabriele Albertini

Milano, 29 maggio 2019 - Invita il leader della Lega Matteo Salvini a rompere con il M5S, andare a elezioni anticipate, formare un nuovo Governo con FdI e FI e a puntare sull’attuale presidente di Assolombarda Carlo Bonomi come candidato sindaco per Milano. «Sì, mi piacerebbe Bonomi candidato sindaco del centrodestra». L’ex sindaco Gabriele Albertini, dopo i risultati delle elezioni europee, ha le idee chiare su cosa dovrebbero fare la Lega e il centrodestra per riconquistare Palazzo Marino.

Albertini, a Milano il Pd è il primo partito, anche in periferia, la Lega guadagna 10 punti ma non sfonda, FdI cresce, FI è in difficoltà. Dopo le Europee, qual è la situazione del centrodestra in vista delle Comunali del 2021?

«La sua analisi è ineccepibile. Aggiungerei un dato: nelle città rispetto alle campagne, in particolare a Milano, la quota sovranista-populista ha avuto meno successo. Salvini ha stravinto in Italia, ma a Milano meno».

Qual è il motivo?

«La caratteristica dei milanesi è di essere un po’ più ragionevoli, più realisti e più pragmatici rispetto al resto del Paese. Milano è una città che non si fa imbrogliare dal Pifferaio magico».

Salvini ha vinto in Italia e vorrebbe sfondare anche a Milano...

«Stamattina (ieri, ndr), in televisione, ho sentito una citazione di Churchill applicata a Salvini: “È più piacevole occuparsi del dopo vittoria piuttosto che del dopo sconfitta, ma non è meno difficile’’. In effetti gli scenari con cui Salvini dovrà confrontarsi dopo le Europee non sono semplici».

Cosa pensa che dovrebbe fare adesso il leader della Lega?

«Come si giocherà la vittoria Salvini? Potrebbe giocarsela con una rottura con il M5S e puntare su un Governo a guida Salvini, con lui o no come premier, fino ad arrivare ad elezioni anticipate. A quel punto lo scenario cambierebbe completamente, sia politicamente che antropologicamente».

Antropologicamente?

«Dal 1987 a oggi i leghisti hanno allevato un ceto dirigente collaudato sia nelle amministrazioni locali che al Governo. I 5 Stelle, invece, sono degli scappati di casa, degli incapaci, non a caso dopo un anno al Governo i loro voti si sono dimezzati».

Una rottura con il M5S aiuterebbe la Lega anche a Milano?

«Credo proprio di sì».

La Lega, però, ha raccolto solo il 19% nel centro storico, mentre il Pd è andato oltre il 42%. La “borghesia illuminata’’ milanese non dà credito a Salvini. È così?

«Per ora è così. Ma con un nuovo Governo con la Lega e senza il M5S, anche i ceti produttivi milanesi potrebbero guardare al Carroccio in maniera diversa. Da qui alle elezioni comunali del 2021, qualcosa potrebbe cambiare con elezioni anticipate e un nuovo Governo di centrodestra con la Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, quindi anche con una parte di elettorato moderato, fondamentale per conquistare Milano. A quel punto la rielezione di Sala potrebbe essere complicata».

Il centrodestra, però, deve ancora trovare un candidato sindaco. E la Lega rivendica il diritto di indicare il nome. Meglio un esponente della società civile o un politico?

«Meglio un candidato sindaco di appartenenza blanda a un partito e di grandi capacità. Faccio un nome e un cognome: Carlo Bonomi».

Il presidente di Assolombarda?

«Proprio lui».

Bonomi è molto critico con il Governo Conte.

«È vero. Ma è una personalità che da indipendente potrebbe essere un ottimo candidato sindaco del centrodestra. Ripeto: un centrodestra che includa anche le forze moderate. Le critiche di Bonomi al Governo sono rivolte più al M5S che alla Lega, dallo stop alle opere pubbliche al reddito di cittadinanza. Sono critiche ad Atene, perché Sparta intenda».

E candidati sindaco più politici come i leghisti Alessandro Morelli, Stefano Bolognini o Silvia Sardone?

«Sono tutti bravi, ma qui a Milano bisogna cambiare tono. Ci vuole una personalità che esprima ampliamento e inclusione. Bonomi non è un leghista della prima ora, ma si potrebbe riconoscere nel programma per Milano».

Sala, intanto, sorride per i dati del centrosinistra alle Europee. Il sindaco sta governando bene?

«Se considero i miei successori (Letizia Moratti, Giuliano Pisapia e lo stesso Sala, ndr), Sala mi sembra il sindaco più capace di governare la città. Ha messo insieme le sue capacità manageriali a una acquisita sensibilità politica».

Il sindaco ha appena detto che la sua prima opzione è di ricandidarsi nel 2021.

«Se Sala si ricandidasse, la vittoria del centrodestra alle Comunali sarebbe più complicata. Un sindaco che si ricandida ha un quid in più, un valore aggiunto. Il processo per falso a carico di Sala nella vicenda Expo 2015, peraltro, non credo possa nuocergli, i suoi avvocati dicono che non ne era consapevole. Lui comunque non ha fatto nulla per guadagnarci personalmente e ha mandato in porto l’Expo con successo».

 

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