Elezioni regionali Lombardia, il virologo Pregliasco: "Basta lunghe liste d'attesa"

Dopo Crisanti e Lopalco, anche il direttore sanitario del Galeazzi si candida a sostegno di Majorino

Il virologo Fabrizio Pregliasco

Il virologo Fabrizio Pregliasco

Fabrizio Pregliasco, virologo e direttore sanitario dell’ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio, ha deciso di candidarsi in Consiglio regionale nella lista civica che sosterrà la corsa alla presidenza di Pierfrancesco Majorino, europarlamentare del Pd. Una candidatura che sta suscitando dibattuto sia nella categoria, che si interroga sull’opportunità di queste scelte di campo, sia dal punto di vista più strettamente politico, perché sussiste una distanza significativa tra il giudizio di Pregliasco sulla gestione della pandemia da parte della Giunta regionale di Attilio Fontana e il giudizio che ne hanno quanti fanno parte della coalizione che sostiene Majorino. Partendo dalla fine, Pregliasco, ieri, non solo ha riconosciuto che gli "è capitato di difendere Attilio Fontana nel dibattito sul Coronavirus" ma ha anche sostenuto che, in sede di campagna elettorale, il confronto con Fontana non debba essere "su come sia andata la pandemia". Perché? Perché "nel momento si è fatto quello che è stato possibile. Questo non lo voglio rimangiare – spiega il virologo – anche perché ho collaborato come tecnico nel Comitato Tecnico Scientifico della Regione sul Covid e si è fatto il possibile". Per il virologo "è presto per dare un giudizio". Peccato che in queste settimane, né Majorino né il Pd né il Movimento 5 Stelle abbiano ritenuto di usare altrettanta cautela. E non a caso ieri si è aperta una piccola crepa nella coalizione progressista: i medici, gli operatori sanitari e i ricercatori del movimento “Medicina Democratica“, quello che fa riferimento a Vittorio Agnoletto, hanno annullato l’incontro previsto per oggi con Majorino dopo aver appreso della candidatura di Pregliasco. "Il virologo, nel presentare la sua candidatura, ha dichiarato che la risposta della sanità lombarda alla pandemia è stata buona – sottolinea il movimento –: un giudizio in contrasto con le tragedie che i lombardi hanno sperimentato".

Da parte sua Pregliasco, nell’intervista al Corriere con la quale ha ufficializzato la candidatura, ha spiegato di aver sempre votato a sinistra e che le priorità in Lombardia sono: "Liste d’attesa troppo lunghe, più attenzione ai disabili e ai meno abbienti". Infine il versante interno alla categoria. Prima di lui era stata la volta di Andrea Crisanti e Pietro Luigi Lopalco: tutti virologi, tutti entrati in politica col centrosinistra dopo essere diventati volti televisivi nei mesi della pandemia. Critico Guido Silvestri, a capo del board internazionale dell’Istituto Spallanzani di Roma: "Un altro dei miei colleghi molto televisivi, ma relativamente poco presenti nella virologia a livello di pubblicazioni ad alto impatto – ed io posso dirlo, visto che c’è una certa differenza tra avere 2.882 citazioni ed averne 29.763 – ha deciso di entrare in politica. Non è il primo e non sarà l’ultimo. Ma la cosa mi rattrista". Quindi Mauro Minelli, immunologo, tra i coordinatori della Fondazione Medicina Personalizzata: "C’è da verificare come l’elettorato percepirà la decisione e che cosa, nel tempo, prevarrà in termini di riscontri personali e professionali: se l’attività di medico e docente o quella di amministratore. Le tre cose insieme non si possono fare". Infine Matteo Bassetti, direttore Malattie Infettive del San Martino di Genova: "Virologi tutti schierati a sinistra. Io ho sempre detto di aver votato centrodestra, dopo di ché continuo con coerenza a fare il medico e a stare coi miei pazienti".

 

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