Elezioni regionali, Gori: "Tour fuori dalle città, sfido il centrodestra nelle sue valli"

Da qui e fino alla fine di gennaio obiettivo sulla Lombardia delle montagne e delle valli, sulla Lombardia che da tempo sceglie il centrodestra

Giorgio Gori (Ansa)

Giorgio Gori (Ansa)

Milano, 9 dicembre 2017 - Una campagna elettorale in salita, quella di Giorgio Gori. E stavolta in senso letterale, nessuna allusione ai pronostici sfavorevoli. Il candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione presenterà lunedì il suo tour elettorale, un tour in 100 tappe ma nessuna di queste toccherà le grandi città della regione. Da qui e fino alla fine di gennaio, Gori e il suo staff si concentreranno invece sulla Lombardia delle montagne e delle valli: eccole le salite. Si concentreranno sulla Lombardia che da tempo sceglie il centrodestra, l’altro ieri quello capitanato da Roberto Formigoni e fino ad oggi quello guidato da Roberto Maroni. «Abbiamo scelto di andare a raccontare il nostro programma, le nostre idee e i nostri valori nelle province in cui, alle ultime elezioni, in particolare alle Regionali del 2013, la distanza con il centrodestra è stata significativa – spiega lo stesso Gori –. Abbiamo selezionato soprattutto 25 tappe, corrispondenti a zone dove nel recente passato si è perso con distacchi importanti».

La primissima meta, sarà, martedì 12, la Valdidentro, in provincia di Sondrio. Ma è soprattutto «nelle province e nelle valli di Bergamo e Brescia» che Gori e i suoi ritengono di dover intensificare presenza e sforzi: «Qui si consumò gran parte della sconfitta di Umberto Ambrosoli nel 2013». Già, il film delle ultime Regionali, per chi non lo ricordasse, ha lasciato una morale chiara: da Sondrio a Mantova, l’allora candidato governatore del centrosinistra vinse in tutte le città capoluogo, eccetto Varese. Fu l’altra Lombardia a premiare Maroni, fu il «contado». Sempre lunedì, contestualmente al tour «Gori100», partirà la prima tranche di affissioni che durerà 14 giorni, quindi fino a Natale. Sui manifesti Gori è in camicia bianca e maglione blu e sotto campeggia lo slogan “Fare, meglio. Libera la forza della Lombardia”. In questa primo spaccato di campagna elettorale – spiegano dal Pd – sono previste 8.150 affissioni in mille Comuni, oltre a cartelli in 17 stazioni ferroviarie e in 15 centri commerciali lombardi.

Il candidato governatore, a margine della sua visita alla Fiera dell’Artigianato, torna a soffermarsi anche sulle alleanze. Il primo commento è per la scelta di Campo Progressista di continuare a sostenere la sua candidatura e di proseguire nell’alleanza con il Pd alle Regionali anche se, a livello nazionale, Giuliano Pisapia ha definitivamente sancito il fallimento del progetto unionista che è stata la ragione d’essere del movimento dell’ex sindaco di Milano: «La Lombardia conferma di avere potenzialità di laboratorio politico. Qui stiamo lavorando a un progetto molto ampio in cui prevalgono le ragioni per stare insieme» sottolinea Gori prima di ribadire il suo appello alle forze ora confluite in “Liberi e uguali”. «Continuo a ritenere auspicabile che l’ex Mdp oggi Liberi e uguali decida di stare in questo campo politico». Infine le liste in suo sostegno. Ovvia quella del Pd, ovvia quella di sinistra, che unirà Campo Progressista, Verdi e Socialisti, ovvia anche una «Lista Gori». Ma accanto a queste ci saranno una «Lista delle autonomie lombarde», formata da sindaci e amministratori locali, e più civiche.

giambattista.anastasio@ilgiorno.net

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