Elezioni a Milano, Maroni pronto a correre: Lega fredda, ma Bassi è favorevole

Il commissario Bolognini frena: la città ha bisogno di qualcosa di diverso di un politico tradizionale. Il presidente del Municipio 4: saprebbe aggregare il centrodestra

L’ex ministro e governatore leghista Roberto Maroni, 65 anni

L’ex ministro e governatore leghista Roberto Maroni, 65 anni

Milano, 26 settembre 2020 - Dopo Varese, ecco Milano. Un altro segnale che Roberto Maroni scalpita, ha voglia di tornare a far politica, dopo due anni dall’addio a Palazzo Lombardia. Sì, perché l’ex ministero dell’Interno e del Welfare, l’ex presidente della Regione, l’ex segretario della Lega, in un’intervista al nostro giornale ha detto: "Io candidato sindaco a Milano? Me lo chiedono in molti. Credo sia presto per parlarne. In ogni caso Milano per il centrodestra è assolutamente contendibile".

Le reazioni nella Lega milanese sulla possibile discesa in campo di “Bobo’’? Si registra una certa freddezza, l’ala salviniana del partito non sembra gradire l’"autocandidatura" di Maroni. Ma nel Carroccio c’è anche chi è favorevole al nome dell’ex governatore lombardo per la sfida di Palazzo Marino. Procediamo con ordine. Il commissario milanese della Lega, Stefano Bolognini, frena su Maroni. Da mesi delinea un identikit assai diverso da quello dell’ex ministro come candidato sindaco del centrodestra, parla di un Mister X che ha le sembianze di un manager cinquantenne. "Maroni candidato sindaco? In questo momento a Milano c’è bisogno di qualcosa di diverso dalla politica tradizionale – sottolinea Bolognini –. Dobbiamo dialogare con la società civile. Milano ha una forte spinta innovativa e imprenditoriale, parla una lingua diversa rispetto alle altre città italiane. Abbiamo bisogno di un candidato che arrivi dalla società civile, come sono stati Gabriele Albertini e Letizia Moratti, ma anche per certi versi Pisapia e certamente Sala. Una persona che arriva da un partito è una figura un po’ limitativa rispetto ai bisogni della città".

Insomma, Bolognini stoppa Maroni e conferma la linea dettata dal segretario del Carroccio Matteo Salvini subito dopo le Regionali: per conquistare le grandi città, alle elezioni comunali del 2021, servono candidati provenienti dalla società civile, non politici di lungo corso come ad esempio è successo in Puglia con Raffaele Fitto, sconfitto da Michele Emiliano. Bolognini, inoltre, fissa una road map milanese per arrivare alla scelta del front runner concordato da tutto il centrodestra: "A ottobre la Lega organizzerà una serie di incontri di ascolto della città che porteranno alla scelta del candidato sindaco, spero entro ottobre, altrimenti a novembre". Ma tra i lumbard c’è chi non esclude a priori la candidatura di Maroni. Parliamo del presidente del Municipio 4 Paolo Guido Bassi, che con Maroni ha lavorato a stretto contatto in Regione: "Maroni candidato? Posto che da quanto si legge sui giornali i vertici della Lega parlano di figure civiche e che l’ex presidente della Regione viene considerato anche come possibile candidato a Varese, il suo profilo avrebbe degli indubbi punti di forza. Ha dimostrato ottime capacità di governo, prima a Roma e poi a Palazzo Lombardia, non ha bisogno di farsi conoscere dalla gente cosa che permetterebbe una campagna elettorale più sui contenuti che sull’immagine, è una figura trasversale ai ceti sociali ed avendo guidato altre esperienze di coalizione potrebbe facilmente aggregare le realtà politiche del centrodestra".

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