Elezioni: Sala e Parisi litigano sui profughi, visioni opposte anche sui Navigli

Stefano Parisi e Beppe Sala, sfida sotto i riflettori fra polemiche e scivoloni di MASSIMILIANO MINGOIA

I due sfidanti al ballottaggio Stefano Parisi e Giuseppe Sala negli studi televisivi di Sky

I due sfidanti al ballottaggio Stefano Parisi e Giuseppe Sala negli studi televisivi di Sky

Milano, 9 giugno 2016 - Allarme profughi ed emergenza sicurezza, regolarizzazione dei centri sociali e riapertura dei Navigli. Il duello televisivo tra Giuseppe Sala e Stefano Parisi si scalda su questi temi, ma non solo. Il confronto tra i candidati sindaco di centrosinistra e centrodestra, andato in onda ieri sera su Sky Tg24, è nervoso, a tratti teso. La posta in gioco è alta in vista del ballottaggio del 19 giugno. Il botta e risposta più prolungato è sui profughi. La domanda è: ancora foto con immigrati che «bivaccano» in Centrale? Sala risponde «sì, ma solo per un’ora o due» e aggiunge «Milano ha accolto 17mila bambini, guardateli in faccia». Parisi è su una linea opposta: «Con noi non ci saranno più foto del genere». Alta tensione anche sulla sicurezza. Mr. Expo dice «è sbagliato fare dell’insicurezza un vessillo» e contesta al rivale «la bugia, basta con le balle, che i vigili di quartiere non ci siano più». Mr. Chili insiste: «Caro Beppe, forse non giri molto nei quartieri, quei vigili non ci sono più». Leoncavallo. Regolarizzarlo o no? Sala dice «sì, le situazioni vanno affrontate», l’avversario è di diverso parere: «La Giunta di centrosinistra ha difeso le occupazioni abusive, con noi non ci sarà più il Leoncavallo».

Altro tema: la riapertura dei Navigli. Sala promette che se sarà sindaco «entro il 2017 preparerò un piano economico e lo sottoporrò ai milanesi tramite un referendum». Parisi taglia corto: «Niente riapertura, i milanesi devono già sopportare il cantiere della M4». Posizioni opposte anche su nuovi grattacieli. Il candidato del centrosinistra sostiene: «Non sono contro i grattacieli, ma ci sono molti immobili invenduti». Il rivale ribatte: «Il Pd ha messo i grattacieli nei suoi manifesti, ma li ha fatti fare Albertini e noi ne faremo altri». Il conduttore Gianluca Semprini mette in difficoltà i due sfidanti quando mostra a Parisi il quadro La cena in Emmaus del Caravaggio e a Sala La rissa in Galleria di Boccioni conservati nella Pinacoteca di Brera. Il primo risponde «forse di Caravaggio, ma non lo so», il secondo «è di Balla». Sulla cultura rimandati entrambi. Parisi, invece, si avvicina di più ai 101 giorni di sforamento da smog di Milano nell’ultimo anno («più di cento»), mentre Sala risponde «meno di cento».

Mr. Expo, invece, coglie tutti in contropiede quando annuncia che «la società Serravalle è stata messa in vendita per 100 milioni di euro, partiremo da quei soldi per riqualificare le periferie». La cessione della Spa autostradale, però, non si è ancora concretizzata. Strategie per il ballottaggio. Parisi e Sala tireranno il calcio di rigore di renziana memoria verso destra o verso sinistra? Mr. Chili parte con una battuta: «Non si è mai visto un calciatore che annuncia prima di tirare dove andrà il tiro». Risate in studio. Aggiunge: «Mi rivolgerò a tutti gli elettori che vogliono cambiare, compresi i grillini». Mr. Expo replica: «Bisogna vedere se i milanesi vogliono cambiare, al momento sono in vantaggio io». Il riferimento al 41,7% contro il 40,8% al primo turno è puramente voluto. Sui presunti conflitti di interessi, intanto, se la cavano entrambi. Sulle aziende che hanno lavorato in Expo che potrebbero finanziare la campagna di Sala, Mr. Expo garantisce «massima trasparenza».

Su Chli Tv acquistata e salvata da Berlusconi dopo le elezioni, Parisi, che della società di film in streaming è il proprietario, è ironico: «Magari. Ma non c’è da salvare proprio nulla». Renzi e Berlusconi chiuderanno la campagna di Sala e Parisi? Il primo annuncia: «Noi non prevediamo che torni. Renzi? È un po’ ganassa, come i milanesi e i toscani». Il secondo risponde: «Berlusconi e Salvini alla chiusura? Non so. Ma dal palco parlerò solo io». Appelli finali. Tocca prima a Parisi: «A Milano stiamo rigenerando la nuova politica, spero che tanta gente torni a votare il 19 giugno». Chiude Sala: «Sono milanese e amo questa città. Ho una determinazione folle. L’ho fatto con Expo, lo farò per Milano». A faccia a faccia concluso, arriva l’opinione dei telespettatori: 51% per Sala, 49% per Parisi.

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