"Ora il virus si chiama povertà": viaggio nella Milano del secondo lockdown

Nell’alveare di Calvairate-Molise non mancano i no-mask e la crisi è una realtà: si acquista solo il necessario

Persone senza mascherina in giro per il quartiere fra degrado e crisi economica

Persone senza mascherina in giro per il quartiere fra degrado e crisi economica

Milano, 15 novembre 2020 - Il virus dell’economia agita i sonni degli abitanti nel quartiere Calvairate-Molise. In questa zona residenziale la gente in giro non manca ma c’è una scarsa propensione a spendere, secondo i commercianti della zona, a causa delle preoccupazioni per un futuro mai così incerto. Un’ansia che si somma ai problemi annosi che affliggono il complesso di casi popolari fra piazza Insubria, viale Molise e piazzale Cuoco. Nell’alveare di alloggi, progettati negli anni ’30, da tempo "spadroneggiano abusivi, soprattutto rom, refrattari ad ogni regola inclusa quella sull’obbligo della mascherina" spiega una residente, un racconto confermato dai numerosi "no mask" che incrociamo in strada. Sui marciapiedi continua l’invasione dei rifiuti, inclusi gli elettrodomestici ingombranti che gli incivili mollano dove vogliono.

«Quello che è cambiato è l’atteggiamento verso il lockdown. A marzo si nutriva paura nei confronti di una malattia sconosciuta e si rimaneva chiusi in casa. Adesso è diverso. Ognuno si considera un’eccezione e trova psicologicamente una giustificazione per stare in giro come se la zona rossa non ci fosse", ragiona Claudia Gatti, titolare di una panetteria storica vicino a piazza Insubria. Non solo: "Otto mesi fa si aveva l’impressione di vivere una parentesi e quasi un periodo di vacanza a casa, ora sulla durata delle chiusure prevale l’incertezza. Un effetto destabilizzante acuito dai ritardi della cassa integrazione e dei vari ristori. Così si acquista solo quello che è strettamente necessario. Nessuno tiene più acceso allegramente il forno per sei ore…".

"Il lavoro è diminuito. Prima di acquistare una rivista la gente ci pensa un po’. In questa zona popolare si avvertono già gli effetti della crisi economica. La mia percezione è che sia diminuita la paura per il virus mentre sia aumentata quella di spendere, soprattutto per i beni concepiti come voluttuari", afferma Maria Mendoza all’edicola di piazza Salgari. Una percezione che ha anche Andrea Cacciola, tecnico per l’assistenza tv di via del Turchino: "Invece che passare al nuovo modello di televisione, la gente preferisce far aggiustare l’apparecchio che ha già in casa, cercando di strappare il preventivo più basso". In questo quadro di difficoltà, Andrea Scrocca, responsabile dell’agenzia Tecnocasa di via Tito Livio interpreta come "occasione di rilancio" l’assegnazione del vicino scalo ferroviario di Porta Romana alla cordata composta da Coima Sgr, Covivio e Prada Holding: "Questa zona, fornita di ottimi collegamenti con il centro, le tangenziali e l’aeroporto di Linate, è interessante sotto il profilo immobiliare. Il suo tallone d’Achille sono i problemi degli alloggi popolari, da risolvere al più presto".  

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