Lombardia, primo Consiglio regionale: Alessandro Fermi eletto presidente / FOTO

Aperta formalmente a Palazzo Pirelli l'XI legislatura, a Forza Italia la presidenza dell'aula

Alessandro Fermi sullo scranno del presidente dell'aula

Alessandro Fermi sullo scranno del presidente dell'aula

Milano, 5 aprile 3018 - Si è aperta oggi formalmente a Palazzo Pirelli l'XI legislatura della Regione Lombardia, con l'insediamento del nuovo consiglio. A presiedere i lavori il consigliere regionale più anziano, Giuseppe Villani, 68 anni, eletto a Pavia nella lista del Partito democratico, in attesa dell'elezione del nuovo presidente del Consiglio regionale. 

Con 55 voti è stato poi eletto presidente del Consiglio lombardo il comasco Alessandro Fermi di Forza Italia. Partito subito in vantaggio, con 44 preferenze alla prima votazione, seguito da lontano da Silvia Sardone passata da 7, nella prima, a 12 voti nella terza votazione. Con la quarta votazione, è scesa a 9 voti, mentre Fermi ne ha conquistati 55 ed è quindi diventato il nuovo presidente dell'assemblea regionale lombarda. "Cercherò di onorare al meglio l'incarico che mi avete voluto affidare - ha detto Fermi - il mio primo grande auspicio è che ciascun consigliere colga il vero significato e lo straordinario onore di sedere in quest'aula, la terza assemblea in Italia dopo il Senato e la Camera. Far parte di questa assemblea deve riempirci di onore e di grande responsabilità. Ci apprestiamo a iniziare l'XI legislatura con una grande novità, la separazione fra il ruolo di assessore e di consigliere, che consentirà di esercitare in modo ancora più puntuale e attento le attribuzioni previste da questo statuto".

La seduta era iniziata con un minuto di silenzio in ricordo delle vittime dell'incidente sul lavoro nella mattinata di Pasqua a Treviglio, Giovanni Battista Gatti e Giuseppe Legnani, e per tutte le vittime del lavoro in Lombardia. Prima dell'inizio della seduta, invece, i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle si erano presentati al Pirellone con palloncini gialli con il proprio nome scritto sopra in pennarello, in omaggio "all'idea di collaborazione e aiuto reciproco che Gianroberto Casaleggio, anima e fondatore del Movimento, vedeva rappresentata nella metafora dello scambio dei palloncini".

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