Cologno, la Regione boccia il forno crematorio

No al progetto della discordia, l'assessore Angelo Scalese potrebbe ritirare le dimissioni

Angelo Scalese

Angelo Scalese

Cologno Monzese (Milano), 2 febbraio 2021 – La Regione respinge la candidatura di Cologno Monzese per il forno crematorio da 4mila salme. Viene bocciato, insomma, il progetto che solo ieri, lunedì 1 febbraio, aveva portato alle dimissioni dell’assessore all’Ambiente Angelo Scalese, facendo tremare Villa Casati. Se, infatti, da un lato il Pirellone accetta l’istanza per il requisito della “localizzazione dell’impianto nel recinto cimiteriale”, dall’altro gli uffici chiedono la presentazione di un vero e proprio piano cimiteriale “entro cinque giorni”. E Cologno non ce l’ha, perché lo sta ancora realizzando il Centro Studi Pim assieme al nuovo Piano di governo del territorio. Scalese potrebbe così rientrare in Giunta. “Sono pronto a riaccoglierlo. Non ho mai dato per definitive le sue dimissioni – commenta il sindaco leghista Angelo Rocchi -. È una persona preparata, una figura tecnica che può dare molto alla città. Abbiamo a lungo parlato e allo stesso modo ho incontrato i cinque consiglieri della lista civica, che rappresenta e che porta il mio nome: nessuna crisi di maggioranza, neanche loro erano stati avvisati di questa decisione”. Il primo cittadino è pronto a tornare indietro con le lancette di 24 ore, riaccogliendo a braccia aperte uno dei fautori della sua vittoria alle Amministrative di settembre. Al massimo, un rimpasto di deleghe, “ma per ora non è all’ordine del giorno. In maggioranza cercheremo di capire se e quali criticità ci siano. Certo è che il forno non è più un problema”. Che Regione abbia tolto le castagne dal fuoco a Rocchi? “Non scherziamo. Sono state presentate 27 istanze, 5 in Provincia: potevamo passare come essere esclusi. Come al solito a Cologno si è alzato un polverone sul nulla, su una proposta e un progetto preliminare. Una tempesta in un bicchier d’acqua”. Che ha portato a quasi 2mila firme raccolte dalla petizione del Pd, la nascita di due comitati cittadini, uno a Cologno e uno a Vimodrone e la lettera del sindaco vimodronese Dario Veneroni contro la scelta unilaterale di Rocchi. “Bastava aspettare due settimane, invece di mettere in piedi questa guerra preventiva”. Intanto, l’opposizione chiede un consiglio comunale ad hoc sull’affaire Scalese, che pure potrebbe tornare al suo posto come se nulla fosse. “A lasciare sgomenti sono le motivazioni citate dall’ormai ex assessore. Per la prima volta viene messa nero su bianco, all’interno di un documento ufficiale, la possibile esistenza di una ‘cabina di regia che precede la Giunta’, lasciando intendere di decisioni prese all’infuori di Villa Casati. Sarebbe gravissimo. Un sopruso nei confronti delle regole stesse della democrazia rappresentativa”, tuona la grillina Monica Motta alla quale fa eco Giovanni Cocciro del Pd. “Abbiamo sempre detto che a Cologno esiste un sindaco ombra e una Lega che non riesce a trovare equilibrio con altre forze”. “Solo gossip”, conclude Rocchi che, almeno per oggi, gongola. “Ho la mia maggioranza senza bisogno di cercare in aula costruttori o responsabili come i loro leader di Governo”.  

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