Cologno, avviso di garanzia al sindaco. Opposizione all'attacco

La minoranza chiede ad Angelo Rocchi di relazionare in aula, mentre continua lo storico braccio di ferro con FdI

Gianfranca Tesauro, ex assessora FdI

Gianfranca Tesauro, ex assessora FdI

Cologno Monzese (Milano), 20 gennaio 2021 – Un consiglio comunale dove il sindaco Angelo Rocchi relazioni sull’avviso di garanzia, che ha ricevuto con l’accusa di falso in atto pubblico insieme alla segretaria comunale Maria Fazio. Lo chiede un pezzo dell’opposizione, ma la vicenda tiene banco anche nelle Federazioni provinciali, da quella del Pd a quella di Fratelli d’Italia. Dopo quasi cinque anni, torna alla ribalta quella che era stata battezzata come la “delibera del falso”, sulla prima riorganizzazione del personale, che causò in seguito una delle prime crisi della squadra di centrodestra. Una crisi che si è riproposta tale e quale dal primo giorno dopo le elezioni comunali, che a settembre hanno consacrato Rocchi al primo turno con un risultato bulgaro (58,56%).

Nell’ottobre 2016 Pasquale Magro, assessore al Personale dell’UdC, Francesca Landillo e Gianfranca Tesauro, assessore FdI, dichiararono che quella riunione di Giunta era stata convocata tramite WhatsApp e si era conclusa senza un esito chiaro tanto che sarebbe dovuta essere aggiornata. Invece, i tre dissidenti dissero di aver trovato poi la delibera esecutiva e approvata all’unanimità e denunciarono tutto pubblicamente, portando il Pd a presentare un esposto alla Procura di Monza. Poi Magro fu “licenziato” e le due assessore di FdI rientrarono in Giunta (poco dopo si dimise anche Landillo).

Oggi il centrodestra vive una nuova puntata di questa eterna crisi con FdI, che non siede in Giunta nonostante sia in maggioranza. Per mesi Tesauro ha rivendicato il ruolo di vicesindaco, che aveva ricoperto nel primo mandato. Ancora più difficile, oggi, vista la tegola giudiziaria caduta sul primo cittadino. “Nessuno li ha cacciati. Da ottobre aspettiamo che il partito fornisca il nome di una donna, così come da accordi pre elettorali. Le trattative sono ferme al punto di partenza – replica Rocchi -. Siamo sempre dell’idea che debbano far parte della Giunta, con un assessorato, e che a loro spetti la presidenza del consiglio. Per me la vicenda di quella delibera era politicamente chiusa. Certo, non mi fa piacere avere un’indagine a mio carico, ma dimostreremo come già fatto alla magistratura la nostra correttezza“.  

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