Comune, la Caporello si dimette. In pole l’ex dg di Expo Malangone

La city manager lascia l’incarico

Arabella Caporello (Newpress)

Arabella Caporello (Newpress)

Milano, 28 aprile 2018 - Tanto tuonò che alla fine piovve. Dopo mesi di indiscrezioni su un suo addio a Palazzo Marino, ieri mattina, durante la seduta della Giunta comunale, la city manager Arabella Caporello ha comunicato ufficialmente al sindaco Giuseppe Sala e agli assessori le sue dimissioni. Un passo indietro arrivato proprio nel giorno in cui la Caporello è stata nominata nel consiglio di amministrazione di Italiaonline, l’ex Seat Pagine Gialle. Insomma, il direttore generale del Comune ha già trovato una nuova collocazione e non esce da Palazzo Marino sbattendo la porta. Anzi, nella lettera inviata al sindaco, la Caporello scrive che «al fine di garantire la continuità e la non interruzione delle attività di governo della macchina amministrativa, le comunico la mia piena disponibilità a lavorare l’intero periodo di preavviso, contrattualmente stabilito in giorni 60».

La city manager – la prima donna in quel ruolo nella storia del Comune di Milano – resterà a Palazzo Marino per altri due mesi, dunque. Sala, intanto, ha espresso in Giunta l’apprezzamento per il lavoro svolto dalla Caporello in questi quasi due anni: il direttore generale uscente era stato nominato nel luglio 2016 ed era arrivato come «renziana doc». Sì, perché la manager di origine marchigiana, ma milanese d’adozione, era intervenuta alla Leopolda 5 ed era considerata vicina all’allora segretario del Pd Matteo Renzi. Negli ultimi mesi, però, i renziani non sono più di moda a Palazzo Marino. Tant’è. Appartenenze politiche a parte, Sala fa sapere che la settimana prossima il Comune aprirà un bando pubblico per la ricerca del nuovo direttore generale. Bando permettendo, il successore della Caporello a Palazzo Marino sembra avere già un nome e un cognome: Christian Malangone.

Parliamo del manager che ha già lavorato in Comune ed è stato il braccio destro di Sala durante la realizzazione e la gestione dell’Expo 2015. Il sindaco, appena eletto a Palazzo Marino, l’avrebbe subito indicato come direttore generale, ma non l’ha potuto fare perché Malangone, da direttore generale di Expo, era coinvolto nell’inchiesta sulla trasferta per Expo a Tokyo (mai avvenuta) di Maria Grazia Paturzo, una collaboratrice dell’allora governatore lombardo Roberto Maroni. Ma dopo l’assoluzione di Malangone in Corte d’Appello, che ha cancellato la condanna di quattro mesi con il rito abbreviato per induzione indebita, la «candidatura» di Malangone per un ruolo di vertice a Palazzo Marino è tornata d’attualità. Le prime indiscrezioni risalenti all’inizio di aprile parlavano di una diarchia Malangone-Caporello alla guida della macchina comunale. Ma il tandem di city manager era una prospettiva poco gradita dalla Caporello, che ha deciso di cambiare area, ma senza polemiche. Sala, adesso, spera che Malangone, se passerà la selezione del bando, imprima alla macchina comunale quell’accelerazione che il sindaco auspica da mesi soprattutto sul fronte del Piano periferie.

 

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