Autonomia, via libera in commissione. Il Pd col centrodestra, grillini astenuti

Testo pronto per il Consiglio. Emendamenti in arrivo su sanità e scuole

maroni e Cattaneo in Consiglio regionale dopo il referendum

maroni e Cattaneo in Consiglio regionale dopo il referendum

Milano, 3 novembre 2017 - La risoluzione autonomista ha superato l’esame delle commissioni ed è pronta ad approdare nell’aula del Consiglio regionale il 7 novembre. Ieri la Commissione Affari Istituzionali ha licenziato un testo quasi definitivo. Sì, quasi. Perché ai partiti resta tempo fino alle 14 di lunedì per avanzare ulteriori richieste. Tutti, però, sembrano focalizzati sul confronto in Consiglio. Favorevoli al testo arrivato in Commissione Affari Istituzionali: Lega Nord, Lista Maroni, Forza Italia, Lombardia Popolare, Fratelli d’Italia, Pensionati e il Partito Democratico. Astenuti: Movimento 5 Stelle, Insieme, Gruppo Misto e Corrado Tommasi, consigliere del Pd. Il Movimento Democratico Progressista non siede in Commissione ma ha fatto sapere che in aula voterà contro la risoluzione. Il tavolo col Governo si aprirà entro il 10 novembre. 

Rispetto alle prime bozza del 26 e del 31 ottobre, le materie sono state accorpate in 6 macroaree e non più 8. Nell’ultima versione del testo si puntualizza sulla questione dell’Iva. La Regione chiede «il paritario riconoscimento dell’azione regionale nel contrasto all’evasione fiscale, a partire dall’attribuzione alla stessa Regione del maggior gettito derivante dal recupero dell’Iva evasa». Resta intatta la richiesta di autonomia sulle tasse automobilistiche (bollo auto) così come la richiesta di una compartecipazione all’Ires che consenta di azzerare l’Irap e, infine, la volontà di trattenere una quota del canone Rai per finanziare l’informazione locale. Nulla cambia in fatto di giudici di pace: l’obiettivo è poterne assumere di più e velocizzare la giustizia civile. Quanto alla scuola resta al bando l’idea dell’albo regionale, viene edulcorato il perseguimento della parità tra istituti pubblici e privati. E la Lombardia rivendica titolarità e gestione edifici scolastici e piàù poteri su diritto allo studio e mense. In alcune materie l’autonomia si fa più morbida. Succede per le Politiche del lavoro, per la ricerca e per l’ordinamento sportivo. In questi ambiti la Lombardia chiede allo Stato non più competenze esclusive ma «rafforzate».

Occhio al tema (caldo) dei frontalieri: ora la Regione chiede di poter siglare autonomamente accordi con altri Paesi, in particolare quelli confinanti, laddove quelli siglati dallo Stato non siano sufficienti. Prima tale potere era richiesto anche laddove lo Stato non avesse alcun accordo col Paese in questione. «Un ulteriore passo in avanti verso un testo condiviso – commenta Raffaele Cattaneo, presidente del Consiglio regionale –. Stiamo lavorando con spirito costruttivo». «Si deve arrivare a un documento unitario, la risoluzione così come è non va ancora bene – insorge invece Dario Violi, consigliere pentastellato –. Su scuola, sanità e infrastrutture ci sono passaggi da sistemare e siamo fiduciosi saranno sistemati da qui al Consiglio di martedì». «Abbiamo approvato una risoluzione che ha perso gli elementi di propaganda – spiega Enrico Brambilla, capogruppo del Pd –. Rispetto alla bozza iniziale abbiamo introdotto la valorizzazione del ruolo di Città metropolitana, Province e Comuni, abbiamo smorzato la competenza esclusiva regionale sulle politiche del lavoro e tolto l’albo regionale degli insegnanti e la spinta ideologica sulla parità scolastica». Un trentina gli emendamenti in aula tra Cinque Stelle (sanità, scuola e infrastrutture) e Pd (sanità, scuola, beni culturali). 

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