"Salvini troverà i numeri in Aula". Fontana: ma temo un patto M5S-Pd

Il governatore lombardo: dal centrodestra l’unica proposta seria

Attilio Fontana davanti al Pirellone (Ansa)

Attilio Fontana davanti al Pirellone (Ansa)

Milano, 9 marzo 2018 - «L’unica proposta seria è quella di un governo di centrodestra che trovi i numeri in Parlamento». Attilio Fontana , 66 anni, avvocato varesino, è un leghista della prima ora. Dopo essere stato presidente del Consiglio lombardo, sindaco di Varese e presidente dell’Anci regionale, è appena diventato governatore della Lombardia. Ed è convinto che alla fine «per il bene del Paese» si possa trovare un accordo di governo.

Dopo queste elezioni cosa cambia a livello nazionale?

«Si sancisce il passaggio a un tripolarismo e la forza del centrodestra è l’unico schieramento che può essere considerato in grado di governare. La sinistra ha perso i contatti con la realtà ed è stata messa da parte. I 5 Stelle sono il partito più forte, ma ho forti dubbi sulla loro capacità. Dati alla mano, nessuno ha i numeri per governare».

Preferirebbe un accordo del centrodestra con i 5 Stelle o con il Pd?

«Organicamente nessuno dei due, poi se c’è qualcuno disposto a votare dei provvedimenti del centrodestra è un’altra cosa. Ma un accordo organico mi sembra difficile».

Non teme un’intesa che possa far fuori la Lega?

«È possibile. Anche perché la Lega ha già detto quali sono le sue proposte. Ma questo scenario più che preoccuparmi mi lascerebbe un po’ di amaro in bocca. Siamo stati il partito che è cresciuto di più, che ha dimostrato di saper interpretare i bisogni del Paese».

Qual è stato il segreto di Salvini?

«Ha saputo interpretare le necessità della gente, ha sposato quello che chiedevano i cittadini con più determinazione degli altri. La realtà va vissuta nelle strade, nelle periferie, nelle case popolari, tra la gente che lavora. Non bisogna chiudersi nei palazzi».

E come spiega il crollo del centrosinistra?

«Hanno avuto uno scollamento dalla realtà. Se il centrosinistra diventa il partito delle banche e della grande finanza, è chiaro che i numeri non possono essere che questi».

Un governo di larghe intese a guida Roberto Maroni lo vedrebbe con favore?

«Questo bisogna chiederlo a Salvini, le scelte di fondo le può prendere solo lui».

Il presidente Mattarella ha chiesto responsabilità e di pensare al bene del Paese, condivide?

«Credo che alla fine, per il bene del Paese, un accordo si troverà. A condizione, però, che non si faccia uno di quei governi che non riesce a governare. È necessario trovare un accordo, ma per un governo vero e non uno fantoccio».

Con i prossimi governo e Parlamento, Lombardia e Veneto dovranno completare la partita sull’autonomia...

«Spero che il Parlamento approvi con la massima sollecitudine l’autonomia. Un governo che si dovesse opporre si assumerebbe una responsabilità pesante, perché è una richiesta che viene direttamente dai popoli veneto e lombardo. Sarebbe una scelta eversiva».

In Lombardia, con la sua vittoria, cambierà qualcosa rispetto all’era Maroni?

«La continuità è uno degli elementi di base. Maroni ha amministrato molto bene, prima delle elezioni girava un sondaggio che diceva che il 60% dei lombardi era soddisfatto di Maroni. Quindi il primo elemento sarà la continuità, ma il mondo cambia in fretta e quindi è chiaro che qualche modifica la faremo, ma il buongoverno del centrodestra di questi anni sarà il nostro punto di riferimento». E la speranza di Fontana è che non lo sia solo al Pirellone.

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