Le idee di De Gasperi come risposta alle sfide europee

Una visione attuale densa di valori e contro gli egoismi

Alcide De Gasperi

Alcide De Gasperi

Milano, 20 agosto 2016 - In questa stagione, segnata dalle emergenze e dal fondamentalismo, guardare alle nostre spalle, per saper andare avanti, è una necessità reale. E leggendo con attenzione la nostra storia scritta da uomini come Alcide De Gasperi, Sergio Mattarella ha saputo cogliere – nella sua lectio magistralis a Trento – tutto ciò che di attuale c’è nel pensiero dello statista trentino. A 70 anni dalla nascita della Repubblica (che meriterebbe ben altra riforma costituzionale), il Capo dello Stato ha fatto emergere il De Gasperi dei valori: quello che non vuole disperdere il patrimonio costruito sul futuro delle persone e dei paesi. «Non abbiamo il diritto di disperare dell’uomo, né come individuo né come collettività, non abbiamo il diritto di disperare della storia. Perché Dio lavora non solo nelle coscienze individuali, ma anche nella vita dei popoli», così Alcide De Gasperi, padre dell’Europa ma anche statista al servizio del suo popolo. Per lo statista democristiano la politica è una professione mai per se stessi ma al servizio della comunità, sempre con sobrietà. 

De Gasperi uomo libero, perché la libertà e la pace devono cementare il progresso sociale, come ideali irrinunciabili. Politica dunque come servizio, anche oggi, in un’Europa che deve tornare ad essere una promessa. Un’Europa da rifondare contro gli egoismi, pensata e voluta da uomini come Adenauer, De Gasperi e Schuman, con un solo esercito e una moneta unica come obiettivo prioritario. E rileggendo il pensiero di De Gasperi possiamo ritrovare un rinnovato senso di appartenenza in chiave europea. Non è poco nella stagione degli egoismi e del terrore integralista. Oggi, l’Unione europea, ferita dall’abbandono del Regno unito, non può arretrare, occorre rilanciarne i valori dell’unità anche per affrontare concretamente le emergenze del terrorismo, dell’immigrazione, della crisi economico finanziaria. Lunedì prossimo al vertice di Ventotene, con Hollande, Merkel e Renzi, il Governo italiano può giocare un ruolo importante a patto che non sprechi l’occasione. L’Europa ha problemi grandi, da affrontare subito. A partire dalle fibrillazioni bancarie, dopo l’approvazione della disciplina dell’unione bancaria con il bail-in. E poi l’immigrazione, ormai un dramma epocale e la sicurezza. È utile ricordare che sono strettamente collegate e che, fino ad oggi, l’Europa ha lasciato l’Italia sola ad affrontare la tragedia.  Ora è il tempo della concretezza e di un solido accordo economico con gli stati in grado di controllare il contenimento dei flussi migratori. E se si vuole uscire dalle politiche di basso profilo occorre ridare slancio al motore Europa, con una riforma dei mercati finanziari che favorisca l’utilizzo produttivo delle risorse. E poi, così come è decisivo un allineamento unitario delle forze armate d’Europa per migliorare la sicurezza, è necessario avviare quell’unione fiscale destinata a rendere più competitiva l’intera Europa.  E a proposito del dramma migranti, credo facciano riflettere le parole di Sergio Mattarella: «In un tempo di cambiamenti epocali come il nostro è necessario prestare attenzione e dar spazio alla visione dei giovani. Senza farci vincere dalle paure. Dalle paure antiche e da quelle inedite».

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