Niente fumo ai minori, tabaccaio pestato a Milano

Chiede i documenti, si trova col braccio rotto. La Fit: "Violenza inaudita"

Un'auto della polizia

Un'auto della polizia

Milano, 25 aprile 2018 - Ha fatto il suo dovere, chiedendo a un ragazzo che voleva comprare un pacchetto di sigarette il documento d’identità, come prescrive la legge che vieta di vendere tabacchi a minorenni. Ed è finito al centro di una spirale di violenza. Il negozio distrutto, un braccio rotto e 45 giorni di prognosi. La vittima è il titolare di una tabaccheria in zona Città Studi, che ha vissuto un incubo e ieri ha sporto denuncia alla polizia. L’episodio è avvenuto lunedì mattina, all’interno dell’attività che il commerciante gestisce assieme alla moglie. «È entrato un ragazzo - racconta l’uomo, che preferisce rimanere anonimo - voleva comprare le sigarette e gli ho chiesto di mostrare la carta d’identità, come faccio sempre con i clienti più giovani. Lui ha detto che non aveva con sé il documento, ed è uscito».

Dopo circa mezz’ora il giovane è tornato nel negozio assieme alla madre, e sarebbe iniziata una accesa discussione con il tabaccaio. Il ragazzo era insistente, voleva il pacchetto di sigarette. Sono intervenuti altri parenti del ragazzo. E la situazione, all’improvviso, è degenerata, con una escalation di violenza. Il risultato: danni al negozio e botte per il commerciante milanese.

Sul posto sono intervenute le forze dell’ordine, che hanno calmato gli animi. E il negoziante, sotto choc, è stato accompagnato al pronto soccorso. Ha riportato ferite lacerocontuse e una frattura al braccio, con 45 giorni di prognosi. Per un periodo non potrà andare al lavoro, e dovrà rimanere a casa in convalescenza. Con un danno anche economico.

Ieri, quindi, si è recato dalla polizia per denunciare l’accaduto e ha fatto mettere a verbale la sua versione dei fatti. Un episodio che accende un faro sulla sicurezza per i commercianti vittime di furti, rapine e, questa volta, di una violenza scatenata da un motivo assurdo, dal tentativo di far rispettare la legge.

«Per il solo fatto di aver adempiuto al suo dovere si è ritrovato al pronto soccorso e con il negozio distrutto dalla violenza dello stesso ragazzo e dei suoi familiari», evidenzia in una nota la Fit, Federazione italiana tabaccai. «Sono fatti di una violenza inaudita - afferma Giovanni Risso, presidente nazionale della Fit - che purtroppo dimostrano ancora una volta la pericolosità del nostro lavoro. Eppure siamo tabaccai, non marines e non possiamo rispondere a violenza con violenza. Preferiamo piuttosto - sottolinea Risso - continuare sulla strada intrapresa della difesa passiva e della maggiore collaborazione con le forze dell’ordine, anche grazie ai sistemi di videosorveglianza». Risso, infine, lancia un appello: «Al nostro collega, che non mancheremo di sostenere con ogni mezzo possibile, va la solidarietà della Federazione e di tutti i colleghi d’Italia nella speranza che i colpevoli di tanta violenza possano presto essere assicurati alla giustizia».

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