di Stefania Consenti e Massimiliano Mingoia

Milano, 15 ottobre 2012 — «Uno che ha fatto il sindaco di Milano può tranquillamente ambire a fare il ministro o il presidente della Regione. È già capitato. Se alla scadenza del 2015, qualcuno titolato per farlo me lo proponesse, lo prenderei in considerazione». Gabriele Albertini, europarlamentare del Pdl, ex sindaco di Milano per due mandati, non nega di essere «negli spogliatoi» in attesa che si definisca meglio il quadro politico al Pirellone. E apre il «toto-presidente».

A destra come a sinistra si cerca di capire come organizzarsi, si cercano nomi «eccellenti» per un posto molto ambito, quello di governatore della Lombardia. Partiamo dal fronte di centrodestra. Il vero nodo politico riguarda le alleanze. Pdl e Lega, dopo lo strappo appena consumato, si ripresenteranno o no insieme alle prossime elezioni regionali? Albertini punta ad allargare le alleanze, coinvolgendo anche Fli e Udc.

Non a caso nell’associazione «Lombardia per le riforme» di cui è tra i principali animatori, l’ex sindaco è affiancato dal finiano Giuseppe Vanditara e dal centrista Pierluigi Mantini. Nuovo centrodestra in campo? Presto per dirlo. Anche perché Formigoni non sembra disponibile a uscire di scena: «Se si va al voto io sarò in campo, in una posizione che devo determinare».

Tra i papabili, nel Pdl, c’è anche l’ex ministro Mariastella Gelmini, gradita a Silvio Berlusconi. Il segretario della Lega Roberto Maroni, intanto, sul suo profilo Facebook annuncia: «Sabato e domenica tutti ai bianchi gazebo della libertà, per firmare le nostre leggi popolari e per fare le primarie sul candidato a governatore della Lombardia». Formigoni le liquida come «primarie della Lega». Alleanza sempre più in bilico. La prima scelta del Carroccio? Bobo Maroni. Chi meglio di lui — dicono i leghisti —, il ministro che più degli altri ha dato filo da torcere a mafiosi e ndranghetisti, è titolato ad occupare la poltrona al 39° piano di Palazzo Lombardia facendo pulizia e restituendo alla Lombardia l’onore che le spetta?

Ma se Maroni è il candidato ideale, non è l’unico. Qualcuno pensa anche a Matteo Salvini, il lumbard dai toni duri e puri. Molto apprezzato, non solo in casa del Carroccio, è anche Attilio Fontana, sindaco di Varese e presidente dell’Anci Lombardia. Prima dell’accelerazione sul voto da parte di Formigoni, Enrico Mentana, direttore del TgLa7, in un tweet puntava su di lui: «Ricordate questo nome: Attilio Fontana. È il sindaco leghista di Varese che il centrodestra candiderà l’anno prossimo al posto di Formigoni».

Sul fronte del centrosinistra, in cui la vicenda Penati ha lasciato non poche macerie, la vera incognita riguarda le primarie. In molti le danno per scontate, ma se le Regionali si svolgeranno a gennaio, le primarie si terranno lo stesso? La risposta a questa domanda determinerà il profilo del candidato governatore del centrosinistra. Nel Pd potrebbero pensare di candidarsi alle primarie il segretario regionale Maurizio Martina, l’ex rottamatore Pippo Civati e il consigliere regionale di area cattolica Fabio Pizzul. In attesa di sviluppi anche il parlamentare Matteo Colaninno.

Per Sel è pronto per le primarie il consigliere lombardo ed attore Giulio Cavalli, ancora sotto scorta per il suo impegno contro la mafia. Tentato dalla Lombardia anche Bruno Tabacci. Il parlamentare dell’Api e assessore milanese al Bilancio, che ha appena iniziato il suo tour per le primarie nazionali, non esclude la candidatura per il Pirellone, dov’è già stato presidente.

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