Milano, 12 maggio 2012 - L'annuncio ieri sera in via Bellerio alla conclusione del Consiglio nazionale. Giancarlo Giorgetti, uomo chiave del Carroccio, segretario nazionale della Lega Lombarda dal 2002, non si ricandiderà. L’atteso congresso nazionale che designerà il leghista destinato a guidare la Lega Lombarda nei prossimi anni, che si terrà l’1 e il 2 giugno a Bergamo, vedrà probabilmente la sfida tra vecchio e nuovo. Restano infatti in lizza Roberto Castelli, «anziano» vicino a Bossi da sempre, anche se non cerchista, e Matteo Salvini, maroniano a oltranza, giovane e amatissimo dalla base, meno dal capo.

E di questo hanno parlato ieri mattina, nella roccaforte del Carroccio, Umberto Bossi e Roberto Maroni. Un incontro teso. Perché ormai la linea che quasi tutti sposano all’interno del movimento è quella di convincere il capo che ha fatto un passo indietro, a non rifarne uno avanti. Questo era il primo incontro fra Bossi e Maroni dopo l’esito delle amministrative. La riunione è servita anche a fare il punto in vista dei ballottaggi. Ma quello che ora preoccupa di più la Lega è la tornata di congressi che la attende.

In particolare, ieri mattina si sarebbe parlato di un’intesa in vista del Congresso federale di fine giugno. Bossi infatti due settimane fa aveva finalmente investito Maroni come nuovo segretario, salvo poi ripensarci e lanciare la propria ricandidatura al Lega unita day del primo maggio. Anche per questo Giorgetti ha preferito dare il buon esempio, e fare un passo indietro, lasciando campo libero al quotato Salvini oppure al giovane Giacomo Stucchi. Ma entrambi sono dotati di ramazza verde, mentre i calderoliani potrebbero appoggiare il più neutro Castelli, anche per riequilibrare quello che per molti è uno strapotere di Maroni all’interno del movimento.

Certo l’appeal del triumviro con gli occhiali rossi è forte, valica anche i confini regionali. Ma in Veneto sono già partite le manovre anti-Tosi. La vittoria del sindaco di Verona, e il Maroni che si era definito tosiano alla vigilia del voto, hanno scatenato una marea di critiche e invidie all’interno del già logorato movimento. Una doppia elezione di segretari maroniani sia in Lombardia che in Veneto segnerebbe una vera svolta epocale, e proprio per questo potrebbe essere ostacolata al massimo. Al Consiglio federale di lunedì altri confronti per definire le strategie. Allo studio anche la modifica allo Statuto della Lega, perché la gestione del partito sia più funzionale al nuovo corso. A Giancarlo Giorgetti sarebbe destinata la poltrona di presidente dei lumbard, ma con un peso politico di rilievo.

di Rossella Minotti

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