Milano, 16 marzo 2012 - Boni e Ghezzi, rispettivamente presidente leghista del consiglio regionale lombardo e capo della sua segreteria, erano i politici dai quali si doveva passare per fare affari in Lombardia. A dichiararlo in un interrogatorio del 9 novembre 2011 è Gilberto Leuci, indagato per corruzione nell'inchiesta della Procura di Milano.

Leuci ha spiegato: "Posso dire che le operazioni che io ho montato a Cassano sulle quali ho percepito denaro dagli imprenditori, denaro che ho girato a Michele Ugliola trattenendo la mia parte, sono circa dodici. Posso quantificare in circa un milione e mezzo di euro la somma che io ho ritirato dagli imprenditori per le predette operazioni''. Leuci e l'architetto Ugliola, ritenuti i due collettori delle tangenti, trattenevano, secondo il racconto di Leuci, ''generalmente tra un quarto e un terzo delle somme ricevute, valutando la quota trattenuta caso per caso''.

La quota ''da destinare ai politici, di circa due terzi della somma percepita, era gestita completamente da Ugliola, il quale si occupava di recapitarla ai politici. Sono a conoscenza che i soldi per la politica dovevano essere destinati pro quota ai partiti che reggevano la giunta cassanese, in particolare Forza Italia e Lega Nord. Sicuramente la copertura politica - ha proseguito Leuci - che io e Michele Ugliola avevamo per poter richiedere con autorevolezza importi significativi di denaro agli imprenditori di Cassano erano di livello piu' alto rispetto a quello locale''. L'indagato ha detto ancora: ''Non so indicare un esponente politico preciso per quanto riguarda il partito Forza Italia, mentre posso indicare Boni e Ghezzi come i politici di livello piu' alto con cui aveva stretti rapporti Ugliola, da cui avevamo copertura''.

 

UGLIOLA - Non solo mazzette per ottenere modifiche del piano regolatore di Cassano d'Adda, ma anche per altre operazioni. A rivelarlo nell'interrogatorio del 12 luglio 2011 è Michele Ugliola, l'architetto 'grande accusatore' del presidente del consiglio regionale lombardo Davide Boni, indagato per corruzione. Ugliola elenca le operazioni illecite. "Si tratta di tutti gli incarichi che ho ottenuto dalla societa' 'Risanamento' di Luigi Zunino, quali Santa Giulia, Area Falck di Sesto San Giovanni, Rodano - Pioltello - area ex Sisas, Scalo Farini, con riferimento all'immobile ex poste e Marconi 2000 - comune di Varedo. In ciascuno di questi casi, sono state promesse somme di denaro ai medesimi esponenti politici sopra indicati, e cioè Boni, Ghezzi e Casiraghi, in cambio dell'ottenimento delle autorizzazioni necessarie".

 

MARCO PAOLETTI - "Ero consapevole del fatto che un terzo dei profitti sarebbero andati alla Lega e di ciò erano consapevoli anche Sala e Conforti". Parole messe a verbale nell'interrogatorio del 21 ottobre 2011 da Marco Paoletti, consigliere provinciale milanese eletto nelle file della Lega Nord. Paoletti si sofferma sui suoi rapporti, talora complicati, con l'ex sindaco e vicesindaco di Cassano d'Adda, rispettivamente Edoardo Sala e Ambrogio Conforti, entrambi arrestati nell'inchiesta sul giro di tangenti cassanese poi sfociata in quella che vede indagato per corruzione Davide Boni. "Voglio precisare - aggiunge Paoletti - che Sala non ha mai negato a me il fatto di avere stretto rapporti con Ugliola affinchè provvedesse a procurargli illeciti profitti sulle operazioni urbanistiche cassanesi ma lamentava esclusivamente il fatto di non avere incassato le somme a lui promesse cosi come non ha mai negato di essere persona che aveva un legame particolare con Ugliola".  

 

MOZIONE DIMISSIONI BONI -  Inammissibile. Questo il parere della Giunta per il regolamento del Consiglio regionale della Lombardia, sulla mozione urgente presentata dalle minoranze con "l'invito al Consigliere Boni a dimettersi dalla carica di Presidente del Consiglio regionale". "Dopo approfondito esame e discussione - si legge in una nota - la Giunta per il regolamento ha approvato a maggioranza la relazione del Vice Presidente Carlo Saffioti nella quale, con riferimento a quanto avviene anche alla Camera dei Deputati e al Senato, si esprime il principio che la figura del Presidente del Consiglio è caratterizzata da un ruolo neutrale e di garanzia. Pertanto, la sua permanenza in carica non puo' essere messa in discussione con atti di qualsiasi forma (revoca, sfiducia o invito a dimettersi), allo scopo di tutelare da qualsiasi possibile condizionamento le sue decisioni, i suoi atti e i suoi comportamenti all'interno del Consiglio".

 

LE PROTESTE - Immediate le proteste, a cominciare dal capogruppo regionale dell'Italia dei Valori, Stefano Zamponi, che ha fatto notare come "nel corso della seduta odierna della Giunta per il regolamento sia accaduto un fatto paradossale. Il Presidente del Consiglio Boni ha deciso di auto assolversi e di presiedere la giunta per il regolamento, chiedendole di esprimersi sulla inammissibilita' della mozione urgente presentata dalle opposizioni per le sue dimissioni". "Che lo stesso Boni abbia partecipato alla seduta, per di piu' in qualita' di presidente - ha aggiunto Chiara Cremonesi, capogruppo regionale di Sel - va contro qualsiasi presupposto di garanzia e legittimita' della decisione".

Franco Mirabelli (Pd) trova "imbarazzante che Boni interferisca su questione che lo riguarda. Ha compiuto una grossa forzatura costringendo la giunta per il regolamento a votare su una questione non era di competenza di quella sede. Che l'abbia fatto su una questione che lo riguarda personalmente e' ancor piu' grave rende necessario che Boni rinunci all'incarico. Per sollecitarlo in questa direzione gia' martedi', insieme a tutte le opposizioni, presenteremo un'ulteriore mozione per indurlo alle dimissioni".

 

FORMIGONI: "NON C'E' MOTIVO PER CHIEDERE MIE DIMISSIONI" - "Non c'e' nessun motivo perche' vengano chieste le dimissioni di Formigoni che non e' sottoposto a nessuna attenzione, mentre ci sono molti uomini del centrosinistra in tutta Italia che sono sottoposti ad indagini". Lo ha affermato il presidente della Regione Roberto Formigoni a margine dell'illuminazione per Expo del Pirellone. Formigoni ha ribadito l'intenzione di continuare la propria azione di governo nonostante la richiesta di dimissioni arrivata da più' parti dopo i casi giudiziari che
vedono coinvolti esponenti regionali. "Chi si prepara alla campagna elettorale dovrebbe guardare alle proprie ammaccature", ha detto ricordando anche che "non e' indagato nessuno della giunta lombarda e nessuno ha
sollevato alcuna obiezione su atti della Regione". "Io sono responsabile degli atti di governo - ha concluso - poi ci sono i consiglieri regionali che nessuno puo' seguire nelle loro attivita' private".

 


Formigoni ha poi osservato che "tra ieri e oggi sono venute fuori molte inchieste" e i casi "non riguardano solo
Regione Lombardia"
e ha ricordato le vicende che coinvolgono il governatore dell'Emilia Romagna Vasco Errani, il sindaco di Bari Michele Emiliano e anche "le rivelazioni sulle presunte irregolarita' sulla vicenda Sea che riguardano il sindaco e l'assessore al Bilancio di Milano". "Quindi - ha sottolineato - e' un fenomeno che riguarda molti, come io vado denunciando da molte settimane, purtroppo il pericolo della corruzione e' insito nella politica, ma anche ad esempio nella finanza, nell'economia e in molti altri settori". Per questo, secondo Formigoni e' necessario "reagire insieme e dare un'immagine diversa e soprattutto fermare i corrotti". "Il principio di non colpevolezza va rispettato - ha concluso - ma certamente dobbiamo migliorare e aumentare ancora di più' le difese contro ogni caso di corruzione".