Milano, 28 novembre 2010 - Il pressing è asfisiante. L’ex sindaco di Venezia Massimo Cacciari e il leader di Alleanza per l’Italia Francesco Rutelli provano in tutti i modi a convincere Gabriele Albertini a scendere in campo come candidato sindaco alle elezioni comunali della prossima primavera. Niente da fare. Anche ieri mattina, durante la tavola rotonda «Un nuovo polo per le riforme: a che pro?» al Teatro Franco Parenti, Albertini si è chiuso in un rigido catenaccio.

Certo, la sfida contro il sindaco Letizia Moratti e il candidato del centrosinistra Giuliano Pisapia lo tenta. Ma l’ex primo cittadino, attualmente europarlamentare del Popolo della Libertà, non vede ancora tutte le condizioni politiche per scendere in campo e avere qualche possibilità di vittoria. Non è un mistero che Albertini speri ancora nell’appoggio del Partito democratico. Il segretario Pier Luigi Bersani, però, ha già dichiarato che il suo partito sosterrà Pisapia, uscito vincitore dalle primarie del centrosinistra.

 

Un vicolo cieco che Cacciari prova a forzare così: «È pacifico e fisiologico che un grosso settore del Pd converga su Albertini. È una questione fisica di vasi comunicanti, prima ancora che politica». Come dire: al di là delle alleanze, i voti dei moderati del Pd ad Albertini arriveranno. Sembrano convinti di questo scenario anche il finiano Benedetto Della Vedova e il centrista Savino Pezzotta, presenti anch’essi alla tavola rotonda organizzata dal Centro di formazione politica. L’ex numero uno di Palazzo Marino, però, frena: «Manca ancora qualcosa per comporre quella sintesi necessaria a creare una leadership compatta e coesa». E rilancia: «C’è una sinistra riformista, moderata e moderna che vuole entrare in gioco e governare insieme ad altri le criticità?».

 Cacciari si gira proprio verso Albertini e insiste: «È decisivo che il nuovo polo si presenti a Milano. Se così sarà, decollerà anche nello scenario nazionale. Nel capoluogo lombardo ci sono tutte le possibilità per presentarsi con un candidato vincente, Gabriele lo sa benissimo». Albertini si schermisce: «Il peso che viene messo sulle mie modeste spalle di amministratore di condominio rischia di schiacciarmi». Rutelli, intanto, parte alla carica: «Una terza via può essere vincente a Milano, di fronte alla delusione per il governo di Letizia Moratti e al rischio di una candidatura minoritaria del centrosinistra». Il leader dell’Api, però, guarda già avanti, a un eventuale «no» di Albertini: «Se non c’è il piano A, dovremo puntare sul piano B». In altre parole, un altro candidato per il terzo polo.

La Moratti, dal canto suo, osserva con un po’ di distacco le grandi manovre sul fronte del terzo polo, anche quelle nazionali che vedono come protagonista Luca Cordero di Montezemolo: «I cittadini non sono interessati alle formule politiche, ma alle azioni che traducono valori».