Milano, 23 agosto 2019 - Un giocatore che arriva dopo una stagione Nba da oltre 20 minuti giocati in media, in casa Olimpia non arrivava da oltre un trentennio. Erano i tempi di Bob McAdoo. Non si può paragonarlo certamente a un giocatore che è stato leggenda anche oltreoceano, ma l’arrivo di Shelvin Mack a Milano è un colpo che, probabilmente, è passato un po’ troppo sotto traccia.
È sempre stato un gregario nelle sue varie incarnazioni americane (6.6 punti di media in 8 stagioni) ma ora «mi sento nel pieno della carriera e voglio fare qualcosa in più. Venire in Europa è interessante, sono contento che Messina abbia detto che io sarò uno dei leader e io mi sento pronto per esserlo». Il suo è un viaggio che tanti giocatori hanno scelto di fare quest’estate andando a rinforzare praticamente tutte le squadre di Eurolega: «Il livello è alto, è un’opzione che noi americani valutiamo con interesse se c’è la possibilità di avere un ruolo importante, ed è sempre più considerata. Prima di fare la scelta definitiva ho sentito tra i vari anche Jan Vesely che ha giocato con me ai Wizards e ora è una colonna del Fenerbahce». Il basket ovviamente sarà diverso, ma Mack è pronto a calarsi nella parte: «Non mi spaventa, succede solo se non ti senti preparato a dovere. So che mi dovrò adattare, ad esempio, senza i tre secondi difensivi, le aree saranno spesso piene di aiuti. Ne ho parlato con Messina proprio un paio di giorni fa». La prima impressione è quella giusta: «A livello di organizzazione la società è molto avanti, alcune strutture sono di alto livello e si respira un ambiente da Nba. Non vedo l’ora di iniziare questo nuovo capitolo in Europa».
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