Dieci anni di Armani, fra trofei e delusioni

Dal suo arrivo nell'agosto 2008 3 scudetti, 2 Coppa Italia e 2 Supercoppe. Ma in Eurolega è sempre dura

Alessandro Gentile e Giorgio Armani festeggiano lo scudetto del 2014

Alessandro Gentile e Giorgio Armani festeggiano lo scudetto del 2014

Milano, 5 agosto 2018 -  Sarà tutto il talento di Mike James a dover proiettare l’Olimpia Milano nel futuro verso nuovi orizzonti. O meglio verso quegli orizzonti che i biancorossi frequentavano negli anni ‘80 vincendo in Italia (5 scudetti e 2 Coppa Italia) e in Europa (2 Coppe Campioni e 1 Coppa Korac), ma che poi si sono disciolti troppo velocemente.

Il primo decennio dell’era Armani ha vissuto proprio in questi giorni il suo compleanno, proprio ad agosto 2008 ci fu la formalizzazione del passaggio di proprietà nelle mani di Giorgio Armani (la prima sponsorizzazione invece è targata 2004). In questi 10 anni l’Olimpia è ripartita come società, ha ritrovato il suo pubblico, è entrata nella holding Armani in tutto e per tutto e si è strutturata dandosi una dimensione europea, riuscendo negli anni più recenti a vincere anche 3 scudetti, 2 Coppa Italia e 2 Supercoppe. L’obiettivo del futuro vuole essere quello di non essere stimata in Europa solo per la sua struttura, ma anche e soprattutto per i risultati sul campo. Sono questi, infatti, che, ad eccezione del 2014, sono l’unico cruccio della società che non è mai riuscita realmente a splendere in Eurolega.

Così per entrare nel nuovo decennio l’AX ha investito pesante sul mercato, in particolar modo proprio su Mike James, il primo americano di sempre dell’era Armani ad avere un contratto così lungo visto il triennale che lo legherà ai biancorossi almeno fino all’estate del 2021. «Vincere alle volte è una questione di mentalità - dice lo stesso James - non è che Milano non abbia avuto talento e buone squadre per l’Eurolega negli ultimi anni, ma capita che sia più importante la chimica. Mentalità significa che ci sono partite in cui semplicemente non puoi perdere. Al Panathinaikos qualche volta la differenza tra noi e gli altri era che sentivamo che non avremmo perso, non importava cosa sarebbe successo perché avremmo vinto comunque. Questo era il nostro approccio che cambiava molte cose a nostro favore». Cosa evidentemente da replicare in biancorosso provando a trascinare anche gli altri giocatori del gruppo, visto che è lui il giocatore del roster 2018-2019 cha raggiunto il punto più alto in Eurolega con le Final Four disputate nel 2016 con la maglia di Vitoria. Sarà questa la novità più interessante, dovrà essere la nuova stella cometa da seguire per il futuro biancorosso per regalare nuovi successi in salsa biancorossa.

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