Li ha 5 giorni o Elliott si prende il Milan

Il cinese deve versare i 32 milioni o il Fondo prende il timone. Intanto si sfila un potenziale socio

Yonghong Li (LaPresse)

Yonghong Li (LaPresse).

milano, 16 giugno 2018 - A forza di tirare, la corda si spezza. Il proverbio non è cinese ma calza alla perfezione per Yonghong Li. L’ennesimo ritardo sul versamento della tranche per l’aumento di capitale (32 milioni), ha scatenato la reazione di Elliott. Il fondo americano infatti pare pronto a lanciare l’ultimatum al presidente del Milan, non soddisfatto della consueta rassicurazione verbale («ricapitalizzo entro il 28 giugno») ricevuta durante il cda di ieri mattina, durato meno di un tempo di una partita di calcio. Qui di calcio non si parla più, si parla di finanza e soprattutto di «solleciti». Ora Yonghong Li ha cinque giorni lavorativi (ovvero venerdì prossimo) per versare i 32 milioni, altrimenti sarà Elliott a far scattare la surroga e sostituirsi all’azionista. In tal caso, Yonghong Li avrà altri sette giorni (quindi entro il 29 giugno) per rimborsare a Elliott quella cifra prima di vedere l’escussione delle quote. In parole meno eleganti, il fondo gli pignorerebbe il Milan, diventandone il padrone. Ecco spiegato perché Yonghong Li si è fissato il 28 come termine ultimo per il pagamento.

E il socio? Li è davvero alle strette, con scadenze ravvicinate e un mare di debiti a cui far fronte. Ma come un gatto sembra avere sette vite e non si dichiara certo battuto, pronto a chiedere ulteriori prestiti per far fronte agli impegni. Ma la situazione è grave. Un potenziale socio - sul cui dossier stava lavorando Goldman Sachs - pare essersi sfilato, mentre un paio di soggetti americani (Ross e Fisher) osservano con estrema attenzione l’andare degli eventi: non sembrano al momento interessati a lanciare un salvagente ad un Li con l’acqua alla gola, ma vorrebbero entrare nel Milan se e quando il club - che registrerà un passivo di 75 milioni per il bilancio 2017/2018 - sarà messo all’asta da Elliott, secondo la procedura legale del Lussemburgo. Prima di allora ci sarà da difendersi di fronte alla Camera Giudicante della Uefa per evitare di perdere quella qualificazione all’Europa League conquistata sul campo. Il 19 Fassone a Nyon sarà accompagnato dalla Cfo Valentina Montanari (ha curato il dossier bocciato al Settlement Agreement) e dall’avvocato Roberto Cappelli che cerca di non perdere il sorriso: «Noi siamo ottimisti per natura, dobbiamo esserlo. Abbiamo buone ragioni, speriamo di farle valere».

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