Nuovo Milan, Gattuso torna al trequartista

Il tecnico abbandona il 4-3-3 e rilancia il brasiliano dietro Piatek-Cutrone. Fuori Suso, vicino all’addio

Gennaro Gattuso

Gennaro Gattuso

Milano, 5 maggio 2019 - Una squadra all’arrembaggio, con un modulo nuovo, che possa portare gol e capace di dimostrare di saper gestire la partita con autorità. A quattro giornate dalla fine il tempo per far di conto è finito e Gattuso lo sa, motivo per il quale domani manderà in campo un Milan votato all’attacco nella disperata ricerca di un’identità che appare smarrita da tempo. Bologna, Fiorentina, Frosinone e Spal, quattro gare e 12 punti per centrare l’obiettivo Champions. Certo, ad oggi serve che qualcuno davanti inciampi, ma intanto risolvere i problemi interni potrebbe portare il Diavolo a giocarsela sino in fondo.

Per raggiungere l’obiettivo Gattuso è disposto anche a mettere da parte il “suo” 4-3-3 e sperimentare nuovamente il modulo con il trequartista. Plausibile che venga riproposto il 4-3-1-2 visto contro l’Udinese, con l’arma in più Paquetà alle spalle di Piatek e Cutrone, come suggerito da tempo dal dirigente e suo connazionale Leonardo. Difficile immaginare Suso (che finirà in panchina e la cui partenza in estate si fa sempre più probabile) e Calhanoglu ai lati del brasiliano con Piatek unica punta, visto che il Milan ha un disperato bisogno di gol. Perché da una parte il Milan fatica a mantenere inviolata la propria porta, dall’altra non riesce nemmeno più a segnare: l’attacco si regge sulle spalle di Piatek, ma il polacco non segna ormai da un mese. Figurarsi Cutrone, il cui digiuno in campionato data addirittura inizio dicembre.

E gli altri? Suso, Calhanoglu e Castillejo hanno messo insieme appena quattro gol. C’è bisogno anche di ritrovare una compattezza che, ad oggi, appare smarrita. La squadra è insicura e vulnerabile e questo gli avversari lo sanno; sembra tornata indietro ad inizio stagione, con le vicende extra campo (lite Kessie-Biglia e caso Bakayoko) che di certo non aiutano nel fornire un’immagine di squadra unita verso l’obiettivo comune. E poi manca un indiscusso leader in campo: prima Higuain, poi Suso e Romagnoli. Per ora hanno fallito tutti ed è innegabile come in rosa manchi un vero trascinatore in grado di infondere fiducia ai compagni. Non resta che aggrapparsi a Donnarumma, ricordandosi però che ha soli 20 anni.

Intanto Gattuso medita, perché bisognerà tenere conto anche dei tanti diffidati: nel dettaglio il difensore Zapata, i centrocampisti Bakayoko, Calhanoglu e Paqueta e l’esterno offensivo Castillejo sono a rischio squalifica. Eccezion fatta per quest’ultimo, domani saranno tutti titolari contro il Bologna dell’ex Mihajlovic. A quattro giornate dalla fine il tempo per i conti è finito, soprattutto ora che non c’è più nulla da difendere e, anzi, bisogna inseguire. Contro il Bologna l’unico risultato ammesso è la vittoria, cosa ribadita anche nella seduta di ieri, sotto gli occhi attenti di Leonardo, Maldini e Gazidis.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro