Romagnoli, cuore rossonero: "Milan, amore a prima vista"

Il capitano alle 200 presenze con il Diavolo: "Questo è un punto di partenza e non di arrivo"

Alessio Romagnoli

Alessio Romagnoli

Milano, 4 dicembre 2020 –- "Il mio sogno è di diventare il più forte di tutti, di vincere e di essere ricordato come un vincente. Ogni giocatore lavora per questo": Alessio Romagnoli a tutto tondo.

In occasione delle sue 200 presenze in rossonero il capitano del Milan ha ripercorso la sua carriera, parlando del suo passato, del suo presente e delle sue ambizioni future in una lunga intervista a Milan Tv e Sky: «Duecento partite vogliono dire tante cose, le vedo come un punto di partenza e non di arrivo. Spero di farne altre 200 se non di più, sono sempre orgoglioso di essere capitano del Milan, darò sempre il mio massimo ad ogni gara e spero di farle con qualche esperienza europea in più». Sul suo passato in giallorosso invece: «Devo tanto alla Roma, tantissimo. Mi ha preso da bambino e mi ha cresciuto, devo tanto a Zeman, mi ha voluto in prima squadra quando ero molto giovane. Fu veramente una bella esperienza, il mio gol è stato molto emozionante, poi andare ad abbracciare Francesco è stato fantastico. Sono contento di esserci stato anche io». Tra Roma e Milan, però, il capitano ha vissuto anche l’esperienza alla Sampdoria: «La ricordo con grandissima emozione, Mihajlovic per me è stato molto importante. Devo ringraziarlo perché mi ha voluto fortemente alla Samp e al Milan, ha fatto spendere tanti soldi per me, mi ha fatto giocare anche quando facevo qualche errore».

Cuore rossonero

«Ho detto sì al Milan al primo istante, è bastata una chiamata del mister. Tutto il resto lo ha fatto Galliani col mio ex procuratore: il Milan vuol dire campioni, trofei vittorie, mi sono sentito sempre parte di una famiglia. Sono arrivato molto giovane, sono qui da sei anni e non posso chiedere di meglio, è stato subito amore a prima vista. Nesta per me è il più grande difensore della storia, italiano e non solo. La 13 era disponibile, mi sono sentito di prenderla, senza problemi, con molta leggerezza» racconta Romagnoli, che poi ricorda il momento in cui è diventato bandiera: «Eravamo in tournée in America, Gattuso mi toccò il braccio e dissi subito sì. Essere capitano di una squadra così gloriosa a 23 anni può essere solo motivo di orgoglio. La fascia del Milan in pochi la indossano, l'hanno indossata i più forti al mondo, è una spinta per fare sempre meglio Gattuso è una persona vera e diretta, un grande lavoratore che cambiò il nostro modo di lavorare».

Il Milan oggi 

Romagnoli parla poi di tecnico e compagni: «Pioli è uno di noi, ha voluto tanto che questo gruppo potesse crescere. Non dobbiamo fermarci, siamo all'inizio, niente è scritto, dobbiamo essere bravi a sfruttare il momento e fare il meglio possibile. Zlatan? Ha aggiunto fame di vittorie, mentalità e gol che all'inizio ci mancavano, mentre Kjaer è fortissimo: è arrivato qui in punta di piedi e si è subito imposto, ha dato tranquillità al reparto e a tutta la squadra. C’è grande sintonia e ci siamo subito trovati. Acquisto più che azzeccato». Il Milan corre e lo scudetto non è un miraggio: «Il nostro obiettivo è e rimane la Champions, il campionato è ancora lungo, è ancora presto per fare previsioni, giochiamo ogni partita al massimo poi vediamo». Sembra che Milano e il Diavolo lo abbiano accolto benissimo: «Fuori dal campo sono molto tranquillo, anche timido. Mi piace tenermi dentro le cose, ho mantenuto sempre le stesse amicizie, a Milano però ho trovato il mio ambiente ideale». Il futuro di Romagnoli, dunque, sembra essere a tinte rossonere: «Mi trovo benissimo al Milan, è stato subito amore a prima vista, ho un contratto fino al 2022, manca ancora tanto, poi vedremo. Finché starò qui darò sempre il massimo».

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