Milan, la carica di Romagnoli: "Ci crediamo"

E il capitano ‘conferma’ Gattuso: "E’ una persona vera, ha fatto un grande lavoro". Ringhio e il club più vicini

Alessio Romagnoli (Newpress)

Alessio Romagnoli (Newpress)

Milano, 21 maggio 2019 - Ancora novanta minuti di passione. E di speranze. Con una sola parola d’ordine: «Proviamoci fino all’ultimo». Perché nonostante tutto, il Milan e i suoi tifosi continuano a credere nella Champions, in questa intrigante e avvincente corsa per il terzo e il quarto posto. Tre vittorie di fila hanno riportato in alto i rossoneri che sono lì, ad un passo dal Paradiso. «Noi ci crediamo. Daremo il massimo per vincere domenica e aspetteremo gli altri risultati. Ma non dipende da noi, il nostro obiettivo è solo vincere», dichiara capitan Romagnoli a margine del ‘Premio Gentleman’. Un film già visto in passato, con un precedente che fa ben sperare: perché la situazione è esattamente quella del lontano 2002. Anche allora serviva vincere all’ultima giornata e sperare in un incastro di risultati favorevoli: finì col Bologna che si suicidò contro il Brescia, consentendo così ai rossoneri - vittoriosi 3-0 in casa il Lecce – di acciuffare in extremis il quarto posto utile per la Champions.

Diciassette anni dopo la storia più o meno si ripete: con i rossoneri costretti a vincere in trasferta sul campo della Spal e poi a ‘gufare’, aspettando che almeno una fra Inter e Atalanta inciampi sull’ultimo gradino di casa. Sarebbe clamoroso, ma l’ambiente è fiducioso, anche se guardando la classifica i rimpianti aumentano per i tanti punti persi per strada. Eppure i numeri dicono che già allo stato attuale il Milan ha più punti dello scorso torneo (65 contro 64) e si trova più avanti in classifica (quinto posto, viene da due sesti). Insomma, dopotutto non ha torto Rino Gattuso quando dice che qualcosa di buono è stato fatto e che i progressi ci sono stati, in un’annata comunque complicata e piena di trappole. E infatti, dopo mugugni e incomprensioni anche a CasaMilan un po’ tutti si sono convinti della bontà del lavoro del tecnico. «Ha avuto un anno difficile, è cresciuto tanto. È una persona vera – lo elogia Romagnoli –. È stato bravo a migliorarci rispetto all’anno scorso, quando da un momento delicato ci portò in alto. Quest’anno è stato molto bravo nel gestire il gruppo».

Non c’è solo la stima dello spogliatoio. Domenica, non sono passati inosservati cori e applausi convinti di tutto lo stadio, e non solo della curva, per Gattuso. Era successo anche all’alba della nuova stagione, quando fuori da Milanello il popolo rossonero si aggrappava a Ringhio come uomosimbolo, in una fase delicatissima di cambiamenti. La stessa dimostrazione di affetto e di stima non è mancata nell’ultima gara casalinga della stagione. Ecco perché quel che fino a due-tre settimane fa sembrava una decisione scontata (l’addio a fine campionato), adesso non è suffragata dalle stesse certezze. Gattuso vuol continuare il suo (straordinario) lavoro col Milan, a prescindere dalla Champions; e il club potrebbe comunque ripartire da Ringhio, molto apprezzato dall’ad Gazidis. Il quale, in queste settimane, deve anche decidere le strategie da portare avanti nel contenzioso con l’Uefa.

Le ipotesi al momento sono due: se dovesse esserci l’esclusione dalle Coppe per il triennio 2015-18 e col Milan eventualmente qualificato per la Champions, il club farà nuovamente ricorso al Tas (quello per il triennio 2014-17 è congelato, ma non ritirato); in caso di Europa League, invece, la società potrebbe accettare l’esclusione per porre fine a questo caso. Ma c’è pure chi non esclude la possibilità che Elliott decida di ricorrere ai tribunali ordinari, dichiarando guerra aperta all’Uefa. Mercato: dopo un lungo corteggiamento Stefano Sensi ha detto sì al Milan. Intanto in serata una bomba dalla Spagna: secondo il Mundo Deportivo Leonardo si sarebbe dimesso.

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